27 Luglio 2016, 11:07
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CASTELVESTRANO (TRAPANI) – Estradato in Italia Giuseppe Vaiana, condannato a maggio scorso all’ergastolo assieme al fratello Claudio per un duplice omicidio di ventisei anni fa, commesso a Castelvetrano. L’ordinanza di custodia cautelare gli è stata notificata appena sbarcato all’aeroporto di Fiumicino, accompagnato dai poliziotti dell’Interpol.
I finanzieri del Gico della Polizia Tributaria di Palermo lo avevano scovato in un internet cafè di Ludwigshafen. Una storia di morte e violenza che neppure il tempo è riuscita a seppellire. A distanza di 23 anni i carabinieri di Castelvetrano, nel 2014, fecero luce sull’atroce delitto del 24 agosto del 1990. In un ovile a Campobello di Mazara furono ritrovati i corpi, crivellati a colpi di lupara, di Paolo Favara e Caterina Vaiana. Avevano 30 e 33 anni.
A sparare, secondo l’accusa, sarebbero stati Claudio e Giuseppe Vaiana, due fratelli castelvetranesi che non avrebbero accettato la relazione della sorella Caterina con Favara. Al centro della vicenda c’è anche una storia di violenze di cui scegliamo di non pubblicare i particolari per tutelare i protagonisti.
L’indagine, coordinata dall’allora sostituto procuratore di Marsala, Bernardo Petralia, oggi aggiunto a Palermo, aveva consentito di risolvere il cold case. Paolo e Caterina furono freddati con una raffica di colpi calibro 12 esplosi con un fucile da caccia.
Attraverso una serie di interrogatori, riscontri e ricostruzioni, la responsabilità cadde sui due fratelli Vaiana che per 23 lunghi anni sarebbero riusciti a nascondere la verità. Una verità fatta di morte, violenza e soldi. Ad armare la mano dei due fratelli anche le pressanti richieste della sorella che voleva indietro i tredici milioni di lire che aveva loro prestato per costruire l’ovile.
A maggio la sentenza emessa dalla Corte d’assise di Trapani, presieduta da Angelo Pellino su richiesta del pubblico ministero Antonella Trainiti. Ed era iniziata la caccia all’uomo. Il fiuto dei finanzieri coordinati dal comandante del Nucleo di polizia Tributaria, Francesco Mazzotta, lo hanno scovato in Germania. Era stato ammanettato mentre giocava alle slot machine. Ora l’estradizione.
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27 Luglio 2016, 11:07