14 Febbraio 2014, 13:50
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CATANIA – Ha gli occhi bassi e le mani vicino al viso Fabio Matà mentre ascolta le parole del suo difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera che, questa mattina, ha convocato i giornalisti. Una decisione presa dopo la notizia diffusa ieri dal quotidiano La Sicilia dell’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone per l’omicidio di Maria Concetta Velardi. Tra i nomi inseriti nel fascicolo nelle mani del pm Giuseppe Sturiale quello proprio di Fabio Matà. Gli altri due indagati sono Michele Mascali, 75 anni e Agatino Dottore, 37 anni. “Sono due persone che conosco – ha affermato il figlio della vittima – li ho visti e frequentati nell’ambito del cimitero”.
I due indagati frequenterebbero il camposanto e sarebbero stati più volte visti parlare con Maria Concetta Velardi, in quei pomeriggi che trascorreva davanti alla cappella di famiglia dove sono sepolti il figlio Lorenzo e il marito Angelo, e da fine gennaio anche lei. Come già detto l’avviso di garanzia arrivato al difensore di Fabio Matà il 24 gennaio scorso “è un atto dovuto per permettere accertamenti e verifiche irripetibili”. Lipera, però, quando ha letto il nome del suo assistito in prima pagina ha deciso di convocare la conferenza stampa per rendere pubbliche alcune foto che “secondo noi aprono nuove scenari all’indagine”.
Due scatti in bianco e nero che mostrano due segni nella schiena della vittima. “Due graffi – spiega il medico legale, Antonella Milana, consulente di parte dello studio Lipera, che in questo momento riveste il doppio ruolo di difesa e parte offesa – che sarebbero compatibili con delle unghie di mani femminili per conformazione, in quanto sembrerebbero tondeggianti e non appuntite come di solito sono quelle di un uomo”.
“Questo ci fa pensare – ha affermato l’avvocato Lipera – che nell’omicidio possa essere coinvolta una donna che ha partecipato al delitto. Visti questi nuovi elementi, abbiamo chiesto – continua l’avvocato – la riesumazione del cadavere di Maria Concetta Velardi”. “Questo servirà – spiega il medico legale, Antonella Milana – a scoprire se in quella porzione di corpo ci sono residui di materiale organico e biologico da analizzare che possa aiutare a identificare chi sia l’autore dei graffi”. Per lo studio Lipera, che lo ricordiamo ha assunto una criminologa e ha affidato ad una agenzia di investigazioni privata il caso, quindi potrebbero essere due le mani assassine e non una.
Lipera, poi, suona la carica: “Per l’opinione pubblica, che ha già dato il suo verdetto, esiste già il mostro del cimitero di Catania ed è Fabio Matà. Noi faremo tutto quello che è in nostro potere e con tutti i mezzi che ci fornisce la legge per poter garantire giustizia e verità. Lo ripeto: la verità su questo efferato omicidio. E la richiesta di riesumazione del cadavere per quanto dolorosa per Fabio, ricordiamo che stiamo parlando della madre, ha solo questo obiettivo”.
Sul fronte delle indagini, per metà marzo sono attesi i risultati dei laboratori della Scientifica di Palermo in merito agli esami del dna sul ciuffo di capelli trovato tra le mani di Maria Concetta Velardi. Ci sarà una comparazione con i tre indagati e questo esito potrebbe dare una svolta importante all’inchiesta.
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14 Febbraio 2014, 13:50