25 Giugno 2024, 12:05
5 min di lettura
PALERMO – Un operaio è morto a Campofelice di Roccella (Palermo) caduto da un’impalcatura. Per il lavoratore non c’è stato nulla da fare. Il personale del 118 ha provato invano a rianimarlo. La vittima si chiamava Giovanni Terrana, di 64 anni.
Terrana stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione in un’edificio in paese, in via Imera. Secondo una prima ricostruzione, sarebbe caduto da un’impalcatura e avrebbe sbattuto la testa. Per un’ora i sanitari hanno tentato di rianimarlo. Ma alla fine il polso ha smesso di battere.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e i tecnici dell’Asp per le indagini coordinate dalla procura di Termini Imerese che ha aperto un’inchiesta. Nel cantiere insieme a Giovanni Terrana c’erano i suoi due figli che lavoravano insieme al padre. Terrana è caduto da un’altezza di 4-5 metri.
I tecnici dell’Asp stanno verificando la regolarità dell’affidamento dei lavori e se siano state rispettate le norme di sicurezza. Da stabilire anche chi sia il titolare della ditta. Le indagini sono condotte dai Carabinieri della compagnia di Cefalù e dai tecnici dell’Asp che si occupano di controlli sui cantieri. Sul posto è intervenuto anche il medico legale.
Nel cantiere con Giovanni Terrana c’erano i suoi due figli che lavoravano insieme al padre. Terrana è caduto da un’altezza di 4-5 metri.
“A distanza di quattro mesi piangiamo un altro morto sul lavoro. E’ momento doloroso per il mio paese. L’operaio lo conosciamo tutti. Questa mattina ha scherzato con diversi clienti in un bar mentre faceva la colazione. Una persona per bene. Un uomo di compagnia sempre allegro. Siamo davvero distrutti”, dice il sindaco di Campofelice di Roccella, Giuseppe Di Maggio.
“Sono stati e sono momenti dolorosissimi – aggiunge – è successo tutto in centro in paese in via Imera in una costruzione che si stava ristrutturando. In tanti hanno assistito al dramma che si stava vivendo. Non è possibile morire sul posto di lavoro. Non è accettabile”.
Lo scorso febbraio un altro operaio edile, Mario Cirincione, 49 anni, è morto a Campofelice di Roccella, travolto da un muro crollato durante dei i lavori in un immobile in campagna.
Cordoglio e vicinanza alla famiglie dell’operaio deceduto a Campofelice di Roccella si unisce la Cassa edile di Palermo (Cepima) guidata dal presidente Agostina Porcaro: “Siamo addolorati per un’altra vittima sul lavoro nel nostro territorio – afferma -. In attesa che le autorità competenti facciano luce sulla dinamica dei fatti ci stringiamo alla famiglia dell’operaio deceduto nella cittadina alle porte di Palermo”.
“Un’altra vittima del lavoro in Sicilia, questa volta a Campofelice di Roccella nel Palermitano. Un’altra tragedia, un’altra vergogna nazionale. La Uil si stringe a questa famiglia e al suo dolore per manifestare tutta la vicinanza – dice la segretaria generale, Luisella Lionti -“.
“In attesa che la magistratura faccia piena luce sulle cause di questo incidente, ribadiamo la necessità di interventi immediati sul sistema delle gare al massimo ribasso e dei subappalti a cascata. Si devono trovare soluzioni e strumenti efficaci e necessari per fermare le morti sul lavoro, anzi omicidi”.
“Questo sindacato – conclude la Lionti – continuerà a pressare su chi governa per una normativa più aspra, per una maggiore formazione, prevenzione e controlli più frequenti”.
“È il secondo operaio morto a Campofelice di Roccella, da febbraio a giugno – dice il segretario generale della Fillea Cgil Palermo, Piero Ceraulo -. E sono solo passati quattro mesi. Questo dimostra che le nostre denunce hanno fondatezza, sono reali, e che in alcuni territori della provincia si lavora in condizioni di anarchia, le regole non vengono rispettate. Naturalmente aspettiamo l’esito delle indagini”.
“Chiediamo al prefetto Mariani di convocare subito un tavolo per dare un segnale concreto perché non possiamo continuare a raccontare tragedie che sono diventato ormai costanti – aggiunge Ceraulo -. In linea con il lavoro di supporto che abbiamo fatto in questi mesi, la Fillea si metterà a disposizione delle famiglie. Adesso come ieri c’è tanta rabbia e tanto dolore e diciamo basta”.
“Già nel febbraio scorso – prosegue il segretario della Fillea – dopo l’altro incidente mortale nello stesso comune, abbiamo incontrato il sindaco di Campofelice che ci ha manifestato subito disponibilità e collaborazione per avviare un protocollo per aumentare i controlli nei cantieri. Il 6 maggio c’è stata poi la strage di Casteldaccia. Si continua a morire a Palermo sempre per il lavoro”.
“L’ennesima vita persa nel mondo del lavoro ci lascia senza parole. Non si può più parlare di fatalità, è chiaro che la sicurezza sul lavoro non è una priorità ancora in tante troppe realtà del territorio. Siamo vicini ai familiari dell’operaio. Continua la scia di sangue, bisogna intervenire e subito”, dicono i segretari generali Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese.
“Non si può parlare di sicurezza solo in occasione di incidenti che tolgono la vita ai lavoratori – aggiungono -. Auspichiamo che il tavolo permanente regionale per la sicurezza sul lavoro, che è stato di recente istituito, possa iniziare a dare risultati concreti sul fronte della prevenzione e dei controlli”.
“È necessario diffondere la cultura della sicurezza e della tutela della vita dei lavoratori, adottare la patente a punti, serve un impegno maggiore sul fronte della formazione e della verifica degli appalti, perché le aziende che li ottengono devono essere in regola su tutti i fronti, ancor più su quella della sicurezza”.
Pubblicato il
25 Giugno 2024, 12:05