25 Febbraio 2018, 20:16
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CATANIA – “Abbiamo chiesto all’Ircac – Istituto regionale per il credito alla cooperazione – una operazione verità perché noi per primi vogliamo avere contezza dei dati che abbiamo letto in questi giorni sui giornali”. Lo dichiara Gaetano Mancini nella sua veste di presidente dell’Alleanza della Cooperative – Agci, Confcooperative e Legaccop – aprendo la conferenza stampa convocata per chiarire la posizione delle associazioni rispetto all’istituto di credito regionale. Alla conferenza, infatti, ha preso parte anche il presidente facente funzioni Adolfo Landi che ha sciorinato punto per punto la situazione attuale dell’istituto.
“Questa operazione verità – continua Mancini – evidenzia ciò che pensavamo ossia che l’Ircac è come se avesse due anime: la prima quella che si rifa alle leggi istitutive dei finanziamenti ordinari alle cooperative, istruite direttamente dall’Ircac, che mostra un andamento virtuoso; l’altra relativa all’attuazione delle leggi speciali con le quali la Regione nei vari decenni ha attribuito finanziamenti, tramite decreti assessoriali, la cui istruzione relativa al merito creditizio era effettuata dalla stessa Regione limitandosi l’Ircac alla mera funzione di sportello “erogatore” per conto della Regione. Inoltre, in un primo momento la Regione ha garantito con propria fideiussione l’eventuale inadempimento delle cooperative, finanziate con decreti assessoriali, salvo poi – con propria legge – eliminare le fideiussioni e lasciando all’istituto una enorme massa di crediti in sofferenza”.
La virtuosità dell’istituto è stata confermata da Adolfo Landi il quale ha evidenziato – con numeri alla mano – come sul credito ordinario direttamente istruito dall’Ircac dal 2000 a oggi siano state finanziate 1207 cooperative per un ammontare di un valore complessivo di circa 70 milioni di euro. Di questi, solo 8 milioni rappresentano i crediti in sofferenza e sono pari all’11% del totale erogato e quindi è ben al di sotto del sistema bancario italiano che viaggia tra il 12 e il 17 per cento.
Viceversa, la percentuale di crediti in sofferenza relativa ai finanziamenti non istruiti né concessi dall’Ircac bensì dalla Regione Siciliana, con propri decreti (cooperazione giovanile, leggi speciali in agricoltura, passività onerose, Marcora Siciliana, etc.), è nettamente superiore, avendo un ammontare complessivo di circa 200 milioni di euro, oltre interessi di mora e spese.
La Regione non ha mai erogato ulteriori finanziamenti, al di là di quelli previsti dalla legge istitutiva del 1963, anzi la stessa Regione Ha operato prelievi dai fondi dell’Ircac pari a circa 307 milioni di euro oltre a circa 6 milioni annui di interessi sui depositi. Landi ha anche ricordato come l’Ircac ha consentito la costruzione di 6893 alloggi in cooperativa con il finanziamento di 338 coop edilizie in tutto il territorio siciliano. “L’Ircac – ha sottolineato il presidente facente funzioni – eroga i finanziamenti diretti ad un tasso di interesse agevolato attualmente pari allo 0,25% annuo. Inoltre l’Ircac, in questo momento, gestisce circa tremila linee di credito per un ammontare complessivo di 400 milioni di euro”. Pertanto, alla luce dei superiori dati, ha affermato che non è giusto attribuire all’istituto responsabilità che non ha. Infine, ha ringraziato l’Assessore Turano, con il quale si è incontrato e che gli ha confermato il suo pieno sostegno all’istituto.
“Quindi – ha sottolineato Mancini – da un lato la Regione ha prelevato all’Ircac e dall’altro ha gravato l’ente di finanziamenti per gran parte caratterizzati da insolvenza. Non solo: sotto il governo Crocetta è stato adottato un provvedimento che ha inglobato il fondo dell’Ircac al bilancio della Regione bloccando così nei fatti il funzionamento dell’Istituto. Per questo noi chiediamo al presidente Musumeci e all’assessore Turano – da poco insediatisi – di aprire un confronto sull’argomento che permetta di guardare in maniera strategica alla funzione del credito agevolato in Sicilia: noi non siamo, per nostra natura, contrari alle innovazioni. Anzi. Sentiamo, infatti, spesso parlare della possibile fusione tra Ircac, Irfis, Irsap e Crias: anche qui non siamo pregiudizialmente contrari ma vogliamo essere certi che non si perda il regime specifico dell’Ircac che è troppo importante per le cooperative siciliane, specie in una fase di esigenza di capitalizzazione. E chiediamo anche – conclude Mancini – che si metta in atto un piano industriale che permetta altresì di risolvere alcune inefficienza dell’Ircac che vanno affrontate”.
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25 Febbraio 2018, 20:16