03 Luglio 2018, 06:08
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CATANIA – Un pensiero alle provinciali per tentare di recuperare terreno. E una riorganizzazione del partito nella declinazione cittadina, a partire dalle “macerie” di quel che resta del Pd, per rianimare i democratici, riportandoli a consensi e percentuali che oggi sembrano dimenticati. Il tutto, con un occhio ben puntato sul partito nazionale e sul prossimo incontro del 7 luglio quando dovrebbe essere eletto il nuovo segretario.
Sembra siano giorni di fibrillazione, questi, tra alcuni esponenti democratici catanesi, impegnati a quanto pare, a pensare a come riorganizzare il nuovo partito locale. Con il segretario Enzo Napoli in scadenza, occorre infatti ricreare la governance locale, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Una richiesta, quella di rinovare le segreterie locali, proveniente dalla base da tempo, da anni, e che oggi torna in tutta la sua urgenza, dopo il flop alle politiche e quello, più recente, alle amministrative, con il partito fondato da Valter Veltroni praticamente fuori dal Comune. A rappresentarlo in aula consiliare, infatti, sono pochissimi consiglieri, molti dei quali “neofiti” o non propriamente esponenti dempcratici.
Della vecchia guardia, tra gli scranni del consiglio troviamo solo Enzo Bianco e Lanfranco Zappalà, Gelsomino, Guzzardi e Ricotta sarebbero più espressione del nuovo corso democratico, quello che fa riferimento al duo Sudano-Sammartino. In opposizione, tra gli ex alleati di Bianco troviamo Daniele Bottino, ex Megafono che pare, però, fosse pronto a passare dall’altro lato della barricata prima del voto di giugno – passaggio poi scongiurato – insieme all’ex assessore, ed ex autonomista, Salvo Di Salvo, che proprio a LiveSicilia ha dichiarato di voler rappresentare le istanze del Pd in aula.
Una rosa di nomi risicata che potrebbe portare i democratici a optare per Enzo Bianco come leader cittadino a Palazzo degli Elefanti non solo dell’opposizione, ma la figura sulla quale ricostruire il partito. Un’ipotesi che i bianchisti sembrerebbero accarezzare, in attesa dea benedizione proprio del duo Sudano – Sammartino che pare stiano attendendo l’esito dell’incontro del 7 luglio per esprimersi. E che potrebbe essere non tanto peregrina, se trovasse conferma la voce, per adesso relegata tra i corridoi, di una possibile nomina di Francesco Marano come riferimento catanese del partito.
Il vicesegretario del Pd regionale, incarico avuto per nomina e non per elezione, rappresenterebbe, in questo caso, la guida del partito di stampo bianchista, elemento utile non solo per mantenere “in vita” lo stesso ex sindaco, ma anche gli altri componenti del partito locale, “trombati” al voto o estromessi dal “nuovo corso”. Concetta Raia e Angelo Villari, ad esempio, potrebbero gradire questa scelta, per da un lato recuperare terreno all’interno della propria formazione politica, per garantirsi un ticket per le prossime elezioni.
Non solo: “occupando” il partito a livello locale e diventando leader dell’opposizione, anche per Enzo Bianco si potrebbero spalancare altre porte, chissà magari in Europa. Ma, restano i ma. Non solo quelli che derivano dall’incontro romano e dalla prossima governance del leader nazionale del Partito democratico, ma anche per capire quale sarà la composizione del Consiglio comunale a Catania. All’interno del quale non è ancora detto che ci sarà il gruppo targato Pd. Considerato il fatto che le “distanze” tra le varie anime del partito non si sono mai ricomposte e forse aggravate dopo l’esito delle amministrative.
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03 Luglio 2018, 06:08