15 Luglio 2013, 13:01
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CATANIA – La corsa alla guida dell’ordine degli architetti è entrata nel vivo. Il 16 e 17 Luglio, domani e mercoledì, ci saranno le elezioni per il rinnovo dei 44 rappresentati al consiglio della provincia etnea. Una minicampagna elettorale in cui scendono in campo quattro liste per eleggere i rappresentati di un organo cardine delle istituzioni catanesi e che, nel prossimo quadriennio (2013-2017), concorrerà alla trasformazione della città. Anni che coincidono con la rielezione del Sindaco Bianco il quale durante le sue precedenti esperienze di governo si è già mostrato attento ai temi della bellezza e della fruizione moderna della città.
Ma cosa chiedono gli architetti e cosa propongono alla città? Quale sarà il suo nuovo assetto contemporaneo? Quali le sue articolazioni metropolitane? Tutte le liste sembrano allineate sull’esigenza di creare una edilizia di qualità, sulla necessità di affrontare le problematiche antisismiche e sull’idea, ormai ventennale, di trasformare il water front e riconsegnare la città al mare, liberando il litorale dalle macchine e addirittura dalla linea ferroviaria. A tutto ciò si aggiungono i temi più attuali della sostenibilità energetica e della mobilità ecologica. Inoltre sul tavolo c’è sempre l’eterno leit motiv catanese sull’approvazione del PRG, che non si capisce più se debba essere considerato ancora lo strumento urbanistico principe o se è ormai superato rispetto all’adozione di strumenti urbanistici più snelli e flessibili.
Temi nevralgici per la crescita di una delle maggiori città del mediterraneo che ha perso troppi anni senza produrre una visione globale di rinnovamento estetico e di sviluppo urbano. Problematiche che, in questi giorni, sono sfociate anche in un colorito dibattito su facebook dove lo scrittore Ottavio Cappellani si spinge addirittura a far appello al sindaco scrivendo: “Enzo Bianco pensaci tu, taglia fuori tutti gli architetti da ogni discorso serio su questa città e ritira al più presto il piano regolatore depositato”.
Le liste in campo, come detto, sono quattro, di cui una composta solo da un candidato Ivan Castrogiovanni; dal nome della lista “Lavoro, lavoro lavoro!” è chiaro l’ appello che fa alla città. Quella che coinvolge gli esponenti tutt’ora in carica al consiglio dell’ordine si chiama, in spregio all’invito di Cappellani, “+Architetti +idee”. Giuseppe Scannella Vice presidente uscente dichiara: “In questi anni l’ordine degli architetti ha riconquistato il suo ruolo fondamentale per la città. Riqualificazione urbana, consumo zero del suolo, Sostenibilità energetica e sicurezza sono stati i temi principali su cui si basano le nostre battaglie ma il nostro più grande successo – continua Scannella – è stata la capacità di stabilire un dialogo costruttivo con tutti gli altri organi e con le istituzioni della città. Allontanandoci da un passato fatto di contrapposizioni, oggi l’ordine gode di dignità e rispetto ed è interlocutore autorevole e riconosciuto che concorre al futuro della città. Grazie al Presidente uscente Luigi Longhitano, (che per favorire una sana rotazione ai vertici non è ricandidato a queste elezioni) l’ordine è diventato la casa degli architetti. Ogni sera ci sono giovani che si confrontano durante workshop ed eventi tematici; è finita l’era della chiusura e se saremo riconfermati il nostro impegno è concentrato a estendere il dibattito sull’architettura ai cittadini, dunque andare oltre le istituzioni creando nuovi ponti di comunicazione”.
Una posizione più critica, soprattutto nei confronti del governo attuale dell’ente, è rappresentata dalla lista “Verso Altra Architettura”. “Questo movimento – spiega Massimiliano Strano, candidato della lista – nasce con l’intento di suggerire con forza culturale, e soprattutto critica, un rinnovamento estetico della città di Catania e del suo hinterland. Bisogna investire sull’estetica della città che porterebbe ad un ritorno in termini di qualità urbana, quindi sociale e, non ultimo, un ritorno in termini di flusso turistico come è già avvenuto in altre città europee”.
Tutte le grandi città europee hanno saputo cogliere l’occasione dei fondi comunitari per sviluppare nuovi quartieri e creare nuove aree in linea con le esigenze della modernità. A Catania non esiste architettura contemporanea e siamo ancorati a dibattere e immaginare il rinnovamento del water front. “Tra i pochi esempi di architettura contemporaneo è il monumento ai caduti, progettato negli anni ’70 dal nostro concittadino Arch. Giuseppe Marino, con gli stilemi del decostruttivismo, e pensata come una grande scultura tridimensionale percorribile e visitabile. Il monumento fu realizzato negli anni ’90 sotto l’amministrazione Bianco ed oggi rimane del tutto incompreso e rifiutato dalla cittadinanza anche perchè non viene fatto vivere come è stato fatto da nnoi di Verso Altra Architettura con l’installazione presentata. Questo è un altro punto di forza del nostro programma: noi vogliamo creare sinergie tra tutte le menti creative della città, aprire l’architettura al dialogo con altre forme espressive ed artistiche al solo fine di trasformare la città in chiave moderna”.
La terza lista guidata dall’architetto Franco Porto Fondatore e Presidente dal 1998 della Sezione IN/ARCH Sicilia dell’Istituto Nazionale di Architettura, si chiama Punto_Linea_ Superficie. “Catania è un cantiere aperto – spiega ai LivesiciliaCatania Franco Porto – in questi anni si sono riversati numerosi finanziamenti tanto da farla salire ai primi posti per cantierabilità di opere pubbliche in Italia. Il problema è che manca un’idea di città, si sono rincorse risorse a prescindere dalle priorità urbanistiche e infrastrutturali. Anche il PRG è da rivedere anzi lo ritendo uno strumento obsoleto. Oggi si devono utilizzare altri strumenti settoriali per risolvere problematiche peculiari della città, dal Cento Storico alle periferie, dalle problematiche antisismiche a quelle della mobilità servono stumenti regolamentari ad hoc in grado di risolvere con prontezza queste ferite allarmanti che attanagliano il nostro tessuto urbano”.
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15 Luglio 2013, 13:01