10 Febbraio 2014, 18:33
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PALERMO– “La chiusura anche ai giornalisti di una parte degli uffici della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, “allo scopo di tutelare meglio la sicurezza dei magistrati e del personale che presta servizio nel corridoio del secondo piano” del Palazzo di giustizia, non risponde ad altra logica che a quella di tentare di impedire ai cronisti di svolgere il proprio, fondamentale compito di informare l’opinione pubblica”. Lo sostengono, in una nota congiunta, l’Ordine dei giornalisti di Sicilia e l’Associazione siciliana della Stampa, commentando il provvedimento con cui il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, ha deciso di consentire l’accesso a una parte della Dda solo al personale amministrativo, agli avvocati e ai rappresentanti delle forze dell’ordine che “abbiano necessità di accedervi per motivi connessi alla loro funzione”, comprendendo invece i giornalisti tra gli “estranei” che devono chiedere l’autorizzazione ai singoli magistrati.
“Anche i cronisti, sottolineano Ordine e Assostampa, vanno in Procura esclusivamente “per motivi connessi alla loro funzione” e nei loro confronti le sacrosante esigenze di sicurezza possono essere tutelate, al più, verificandone l’appartenenza all’Ordine, senza la necessità che essi debbano indicare da chi intendano andare e senza che debbano chiederne il permesso. Questo provvedimento non appare infatti motivato né sotto il profilo della sicurezza, a meno che i giornalisti non si vogliano accomunare ai molestatori, né sotto l’aspetto pratico, dato che la Procura è divisa su più piani e ci saranno uffici che potranno essere frequentati liberamente e altri che diventeranno di fatto “off limits”. A meno che non si pensi che, in nome di una sicurezza che di certo non è messa in pericolo dai giornalisti, non si possa imbavagliare o condizionare l’informazione”.
La nota dell’Unci
“Invitiamo il procuratore Messineo a rivedere il passaggio della circolare che riguarda i giornalisti. Vietare ai giornalisti l’accesso all’area della Procura rischia di limitare il diritto-dovere di cronaca”. Lo dicono il presidente nazionale dell’Unci, Guido Columba, e il presidente del Gruppo siciliano dell’Unione cronisti, Leone Zingales, a proposito della circolare che vieta l’ingresso anche ai cronisti all’area della Procura destinata ad aggiunti e sostituti della Dda. “Comprendiamo e condividiamo tutte le esigenze di sicurezza assunte in relazione al clima di tensione che circonda da mesi il lavoro dei magistrati della Procura – proseguono – ma siamo consapevoli che il nostro ruolo, riconosciuto dalla Costituzione, rischia di subire una pesante penalizzazione traducendosi in un danno per tutti i cittadini. Al Procuratore Messineo chiediamo un incontro urgente invitandolo a revocare il divieto nei confronti dei giornalisti”.
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10 Febbraio 2014, 18:33