19 Dicembre 2012, 14:41
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GIBELLINA (TRAPANI) – Ritardi nei pagamenti, tagli all’ente e il museo della Fondazione Orestiadi Gibellina chiude. I lavoratori della Fondazione Orestiadi hanno denunciato una situazione di gravissimo disagio causata da alcune manovre che hanno portato al progressivo indebolimento della situazione economica e finanziaria dell’ente. “I finanziamenti che la fondazione riceve si sono, nel tempo, sempre più assottigliati – spiega Claudio Collovà, presidente dell’associazione – fino al 2009 ricevevamo 650mila euro ogni anno, poi siamo passati nel 2010 a 418 mila euro, per finire con 318 mila euro negli ultimi anni”.
Collovà racconta le criticità che un’azienda culturale si trova ad affrontare quando non ottiene i finanziamenti dovuti: “ La lettera che arriva da parte dei lavoratori è uno sfogo che dopo mesi di fatica e rinunce li ha costretti, alle porte delle vacanze natalizie, a lanciare un appello. Il ritardo nei pagamenti dovuti – sottolinea Collovà – da parte della Pubblica amministrazione, ci rende insolventi nei confronti dei nostri lavoratori e dei creditori, mettendoci in condizione di non potere fare fronte ai progetti già avviati”.
Nonostante i riconoscimenti nazionali, come il premio Icom 2011 per il Museo e il premio dell’Associazione Nazionale critici di teatro per il festival internazionale delle Orestiadi, e la buona affluenza di pubblico la Fondazione è costretta a chiudere. “Noi abbiamo progetti realizzati, dei debiti nei confronti dei nostri dipendenti e di altri partner – continua Claudio Collovà – ci aspettiamo circa cinquecento mila euro dalla regione. Il nostro bilancio è in pareggio, i premi e i riconoscimenti ricevuti sono la testimonianza che il nostro lavoro è fatto con passione ed attenzione. Ci sentiamo presi in giro e mortificati da alcune scelte fatte dalla politica che non finanzia l’arte e si preoccupa solo di ‘alcuni’ lavoratori”.
Fondata nel 1992 da Ludovico Corrao, sia la Fondazione che il festival delle Orestiadi sono riuscitei a conquistare una posizione di rilevanza all’interno del panorama culturale e artistico dell’isola. La denuncia dei dipendenti sottolinea il mancato versamento degli stipendi negli ultimi mesi, legato ad un forte disagio sulla mancanza di garanzie per il futuro.
In accordo con la presidenza della fondazione i dipendenti annunciano la chiusura temporanea al pubblico del Museo delle Trame Mediterranee del Granaio, con la collezione di arte contemporanea ad essa collegata. “Saremo costretti un giorno, anzi lo siamo già adesso, a vendere le nostre opere. Vedere partire – racconta il presidente della fondazione – le nostre opere è struggente e tristissimo. Siamo sconcertati da come non venga riconosciuta l’importanza di un festival e di un museo come il nostro. Privarci di queste opere significa togliere alla Sicilia una delle sue eccellenze culturali”. Una chiusura che viene annunciata in un periodo, quello invernale, in cui il museo riesce a raccogliere l’affluenza turistica più importante. “Siamo un baluardo dell’arte contemporanea – conclude il presidente Collovà – abbiamo resistito e portato avanti percorsi di successo. Trentadue anni di storia e adesso ci sentiamo mortificati: non chiediamo nulla di più di quello che ci spetta”.
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19 Dicembre 2012, 14:41