19 Novembre 2016, 12:50
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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Una conferenza stampa ricca di contenuti, di personaggi e di emozioni. Tutto riassunto in una manciata di minuti, in cui Gennaro Di Carlo, Giuseppe Sindoni e Milenko Tepic hanno chiamato a raccolta i giornalisti al PalaFantozzi in vista di una partita che potrebbe essere una delle più importanti dell’intera storia del club. Si gioca al PalaMaggiò contro la Pasta Reggia Caserta, e una vittoria – la quarta consecutiva – proietterebbe la Betaland Capo d’Orlando tra le migliori formazioni in assoluto del campionato. I campani distano appena due punti e sono reduci da un clamoroso inizio di stagione, più o meno come i paladini che hanno avuto tantissime difficoltà sul piano della profondità del roster. E sarà una gara speciale soprattutto per il coach, il quale non ha nascosto una certa emozione per la sua prima volta da tecnico avversario in terra casertana.
“Mentirei sei dicessi che domenica non sarò emozionatissimo – ha dichiarato Di Carlo in conferenza stampa – . Quel palazzetto è stata la mia vita dal 1983 al 2003, ci sono cresciuto, una volta lì rivedrò tante persone care che mi hanno avviato a questa attività. Avrò avversari che sono amici, la partita di domenica avrà un valore particolare. Dalla palla a due in poi però le emozioni lasceranno il posto alla voglia di vincere che abbiamo, faremo tutto per riuscire a violare il PalaMaggiò. Sarà difficile ma ci farebbe fare un grande passo avanti. Questa squadra sta giocando come in estate avevamo pensato che dovesse fare. La stagione è ancora lunga, dobbiamo ancora acquisire una completa identità e diventare un gruppo pronto a superare ogni ostacolo. La partita di domenica rappresenta uno di questi step da superare, sarà molto importante perché affrontiamo una squadra che gioca un’ottima pallacanestro, che ha vinto 5 partite su 7 e ha un roster molto lungo. Violare il campo di Caserta ci darebbe ancora più consapevolezza nei nostri mezzi, sarebbe una grande prova di maturità”.
In ogni caso, Di Carlo fa capire che l’emozione lascerà presto spazio alla concentrazione e alla voglia di tornare dalla Campania con altre sensazioni positive da portarsi dietro nel proseguio della stagione. E anche se non dovessero arrivare altri due punti, che porterebbero in doppia cifra il bottino della Betaland, il coach ci tiene a ribadire il concetto relativo al senso di appartenenza ad un popolo e a una terra che vive di emozioni e di passione: “Noi siamo Capo d’Orlando, non dobbiamo perdere consapevolezza della dedizione che tutti quanti insieme abbiamo messo per raggiungere questi risultati. Se pensiamo che è scontato vincere rischiamo di diventare presuntuosi. Continuiamo a lottare col coltello fra i denti, essendo orgogliosi di essere orlandini”.
Come detto, in conferenza stampa era presente anche il ds Peppe Sindoni, il quale ha introdotto alla stampa Milenko Tepic. Il figlio del presidente ha fatto capire che c’è grande attesa per il giocatore serbo, che dopo aver collezionato decine di presenze in campo internazionale è pronto a dare il proprio contributo alla causa della Betaland. E lui stesso ammette di non vedere l’ora: “Questo club ha un progetto molto interessante, è la città più piccola d’Europa a militare nel massimi campionati nazionale. Avevo delle offerte, ma aspettavo un progetto davvero stimolante come questo di Capo d’Orlando. Mi piace questa squadra, l’organizzazione, mi hanno accolto benissimo, mi sono adattato velocemente. La prima volta che sono venuto a Capo d’Orlando col Partizan ero un ragazzino, ora ho 29 anni, sono contendo di essere qui di nuovo e farò del mio meglio per aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi stagionali”.
“Seguivo già il campionato italiano – prosegue Tepic – , la maggior parte delle squadra ha 5 o 6 americani in squadra e il loro livello somiglia a quello dei college americani, ma questo modo di costruire le squadre può farti fare cose buone, ma anche no. Quando ho visto il roster di Capo d’Orlando ho notato che qui non era così, era diverso. Se seguiamo le nostre regole e il nostro modo di giocare possiamo tranquillamente competere con tutte le squadre del torneo. Non so qual è il momento più bello della mia carriera ho giocato tanti anni in squadre di alto livello, ho giocato per il Partizan che è la squadra per la quale tenevo da bambino, e poi anche per altre squadre importanti. Quando ottieni i risultati e hai un buon feeling con i compagni, allora si che avrai ottimi ricordi”.
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19 Novembre 2016, 12:50