02 Ottobre 2017, 19:03
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PALERMO – La preoccupazione è tanta, tra i candidati, ma potrebbe essere superata proprio in queste ore. La lista di Micari presidente-Arcipelago è stata a lungo in bilico. Questo pomeriggio, riunioni lunghe e fitte stanno provando a superare l’impasse. Ma per farlo, potrebbe essere necessario un “aiutino” del Partito democratico.
Perché la lista messa in piedi da Leoluca Orlando ha incontrato difficoltà enormi in più di una provincia. E alcune voci, giunte ad esempio da Catania, dove il consigliere comunale Alessandro Porto, inizialmente indicato come candidato di Arcipelago, sembra pronto a passare nella coalizione al fianco di Musumeci, hanno accresciuto i timori. “Stiamo a vedere, speriamo bene”, sussurra in queste ore uno dei politici che ha sponsorizzato l’idea del sindaco di Palermo.
Come detto, la strada è in salita. Nonostante una nota diffusa sabato scorso, al termine di un incontro svolto a Palermo, al quale hanno preso parte alcuni dei protagonisti di questo progetto: il vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino, capogruppo di Arcipelago Sicilia; il sindaco Leoluca Orlando, Fabio Giambrone, il sindaco di Troina Fabio Venezia, il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci; Giuseppe Ferrarello, ex sindaco di Gangi, Tonino Russo del Pd, l’ex consigliere provinciale Toti Zuccaro, Nicola Barbalace, primo dei non eletti alle scorse regionali nella lista Pd a Messina. Alle loro spalle, però, ci sarebbe al momento poco o nulla. Se si esclude la lista di Palermo, considerata molto competitiva. Nelle altre province, però, i problemi nel reperire candidati forti sono stati tanti. E in queste ore si parla di un intervento della segreteria nazionale del Pd, che starebbe convincendo i dirigenti locali a “prestare” alcuni esponenti vicini ai Dem, o convincere alcuni di loro a sostenere la lista di Orlando. Un flop della lista del sindaco, infatti, che è anche la lista che porta il nome del candidato governatore, avrebbe potuto avere un effetto fortemente negativo per tutta la coalizione.
E così, l’intervento dei Dem e forse anche di altri alleati, potrebbe scongiurare questo fallimento. Ne è sicuro lo stesso candidato alla presidenza: “La lista ‘Micari presidente’ – ha dichiarato il rettore al termine di una riunione nella sede della segreteria regionale del Pd – ci sarà certamente, stiamo cercando di fare in modo di presentare una lista più forte possibile. Non c’è niente di particolare, – ha aggiunto Micari – stiamo ragionando in un’ottica di coalizione, movimentando tutte le risorse possibili”. Un passaggio che conferma, nella sostanza, proprio il possibile “utilizzo” di esponenti vicini ad altri partiti nella lista Arcipelago, soprattutto nelle province in cui ad esempio le liste del Pd sono in “overbooking”: è il caso di Siracusa, Palermo e Catania. “Una lista forte dipende da quanto viene percepita forte – aggiunge Micari – Stiamo cercando di mettere in campo le risorse migliori, poi vedremo cosa succederà il 5 novembre. Problemi con Leoluca Orlando? Nessuno – ha concluso Micari – con Orlando c’è un rapporto continuo”.
Così, sfuma un progetto di cui si era parlato nei giorni scorsi, ma che era difficile da realizzare sia da un punto di vista politico che tecnico: nessuna “fusione” tra il Megafono di Crocetta e la lista di Orlando. Una ipotesi irrealizzabile nei fatti, visto che, da un lato, avrebbe dovuto mettere insieme due “nemici giurati” che se le sono date di santa ragione (politicamente parlando) fino a pochi giorni fa. C’era poi un altro “ostacolo”: con quale simbolo sarebbero andati i candidati “in comune”? I contrassegni sono stati infatti già depositati, ed era impensabile, ad esempio, che uomini scelti da Orlando potessero correre sotto le insegne del Megafono, così come era difficile credere che Crocetta mettesse nello sgabuzzino il suo movimento, riesumato anche in vista delle prossime politiche. “Il Megafono c’è e continuerà ad esserci – ha detto infatti il governatore Croceta – non solo alle elezioni regionali, ma anche alle nazionali con la lista al Senato, negli enti locali, con i candidati nelle liste del Pd alla Camera, con un rapporto privilegiato col partito in cui mi onoro di militare – il PD – e con la lealtà che abbiamo nei confronti del segretario Matteo Renzi. L’idea di trovare un simbolo diverso dal Megafono, – ha proseguito – non è condivisibile a tre giorni dalla presentazione delle liste, con i nostri candidati già in campagna elettorale nei territori con manifesti e fac-simili stampati. In tutte le province siciliane ci saranno schierate le liste del Megafono, per vincere come nel 2012 la battaglia per lo sviluppo della Sicilia. Per quel che mi riguarda, sarò capolista a Palermo, Catania e Messina – conclude Crocetta – come ho concordato con Matteo Renzi”. E così, con qualche fatica e qualche timore, alla fine sia la lista di Crocetta che quella di Orlando dovrebbero presentarsi ai nastri di partenza delle Regionali. Sarà un modo per “pesare” la reale forza del governatore uscente e del sindaco in carica.
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02 Ottobre 2017, 19:03