10 Luglio 2019, 16:17
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Nei giorni caldi della Sea Watch 3 al largo di Lampedusa, Leoluca Orlando lo aveva annunciato: “Avanzeremo una formale denuncia contro il ministro dell’Interno perché ha messo il comandante Carola Rackete nella condizione di non avere scelta”. E ieri lo ha fatto: il sindaco di Palermo ha presentato un esposto alla Procura di Agrigento contro “le autorità nazionali”.
Alla luce delle motivazioni che hanno portato la Gip Alessandra Vella a scarcerare la “capitana”, la richiesta di Orlando è chiara: chiede che vengano accertati eventuali illeciti, conseguenti a “provvedimenti o comportamenti” che abbiano potuto di fatto ritardare e ostacolare, per molti giorni, l’esercizio del diritto/dovere della comandante di condurre in salvo in un “porto sicuro” le persone soccorse in mare. Il riferimento esplicito, poi, è al “tentativo di impedimento posto in essere dai militari della Guardia di finanza”.
“La comandante della Sea Watch – aveva detto Orlando a bordo della Rainbow Warrior di Greenpeace (in foto) – ha atteso giorni e giorni a bordo, mentre viveva sofferenze con rischi di suicidio per disperazione. Alla fine ha fatto fino in fondo il proprio dovere, ha cercato di mettere in salvo questi migranti trovandosi in uno stato di necessità creato artificiosamente dal ministro dell’Interno che è il vero responsabile. Siamo in presenza di un attentato alla sicurezza organizzato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale non tiene conto della sicurezza degli esseri umani”.
Un atto, quello del sindaco dei “porti aperti”, che si inserisce nella scia delle altre manifestazioni di dissenso nei confronti del governo gialloverde e, in particolare, del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, come nel caso dell’opposizione al “decreto sicurezza”.
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10 Luglio 2019, 16:17