Orlando accelera sui cda| Ma il rimpasto resta un rebus

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29 Giugno 2018, 05:26

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PALERMO – Il sindaco Orlando era stato chiaro: approvato il bilancio consolidato, ci saranno i nuovi vertici delle partecipate. E il grande valzer delle poltrone è già partito. La politica palermitana è in pieno fermento fra trattative segrete e incontri riservati che hanno per oggetto il rinnovo dei consigli di amministrazione (che si portano dietro anche revisori e collegi sindacali), ma che guardano anche al rimpasto di giunta.

Un tema ormai ricorrente negli ultimi mesi, ma su cui il Professore è sempre riuscito a temporeggiare: vuoi per le Regionali, vuoi per le Politiche o per la necessità di superare lo scoglio del consolidato in Aula. Adesso però i giochi sono entrati nel vivo e si è iniziato a fare sul serio con Orlando che, come al solito, ha in mano le carte migliori. Non è un mistero che il primo cittadino debba aprire ai partiti che lo hanno sostenuto in campagna elettorale: Sicilia Futura, Sinistra Comune ma soprattutto il Pd, a cui il sindaco si è iscritto. Partiti che finora sono rimasti a bocca asciutta e che adesso vogliono passare all’incasso.

Rispetto alla scorsa sindacatura, le cose sono cambiate: Orlando non ha una maggioranza che può definire a sua immagine e somiglianza e per sopravvivere è costretto a trattare con varie forze politiche, a più livelli. Inoltre la giunta completamente tecnica, varata appena un anno fa, ha dimostrato più difetti che pregi e i rapporti con il consiglio comunale sono ai minimi storici. Se a questo si aggiunge la paralisi della macchina amministrativa e il caos delle partecipate, con Rap senza guida da settembre, il quadro che obbliga Orlando al valzer di nomine è completo.

La vera incognita semmai sono i tempi. La prima partita è quella delle aziende e qui i giochi dovrebbero chiudersi entro la prossima settimana, mentre per la giunta bisognerà aspettare che passi il Festino: due scadenze distanti fra loro, ma strettamente intrecciate.

Partiamo dal mondo delle partecipate, che conta su migliaia di dipendenti. La prima nomina è stata già fatta: la Reset, la consortile che ha preso il posto della Gesip, si è vista confermare il cda in blocco fino a dicembre. Una nomina “a tempo”, che a piazza Pretoria motivano col rinnovo del contratto di servizio: rimangono quindi il presidente, Antonio Perniciaro Spatrisano, e i due consiglieri, gli avvocati Concetta Pennisi e Massimiliano Miconi. Non dovrebbe subire modifiche nemmeno il cda di Amap, guidata dall’orlandiana di ferro Maria Prestigiacomo, con i consiglieri Alessandro Di Martino e Bruno Calandrino. In bilico Sispi: il sindaco vorrebbe confermare Francesco Randazzo, che guida il cda composto anche da Ilenia Tinnirello e Francesco Azzaro, ma la società potrebbe rientrare nelle trattative per far quadrare i conti visto che fa gola ai dem.

Assai più delicate le trattative sulle altre aziende. La Rap è senza cda dallo scorso settembre e l’unico nome che circola al momento, per la vicepresidenza, è quello di Maurizio Miliziano, considerato un orlandiano. La presidenza invece è ancora un rebus, così come lo è quella dell’Amat per la quale c’è in vista un cambio al completo: non dovrebbero essere confermati né il presidente Antonio Gristina, che ha minacciato di restituire il tram se il Comune non aiuterà l’azienda, né i consiglieri Diego Bellia e Alessandra Sinatra. Completa il quadro l’Amg, ad oggi guidata da Giampaolo Galante con Nicola Puccio e Margherita Tomasello, su cui però la situazione è più fluida: dovrebbe cambiare sicuramente il presidente Galante; in bilico il destino dei consiglieri Tomasello e Puccio, con quest’ultimo che potrebbe cambiare società ma restare comunque in uno dei consigli di amministrazione.

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Su queste tre aziende le trattative sono in corso, anche con i partiti. Orlando, contrariamente a quanto ipotizzato in un primo momento, non vorrebbe nomi politici ma ha chiesto una rosa di nomi tecnici e di area dalla quale poter attingere: “Non sarà una spartizione, ma il tutto rientrerà in una logica di condivisione generale”, assicura un orlandiano. Non è un mistero, per esempio, che all’Amat potrebbe andare qualcuno vicino al deputato regionale di Sicilia Futura Edy Tamajo, che all’Ars è anche componente della commissione Trasporti. Nelle scorse settimane si era parlato anche di un clamoroso ritorno di Ettore Artioli, che però oggi sembra sfumato. La Rap potrebbe andare al Partito Democratico, l’Amg invece a Sinistra Comune. A muoversi sulle partecipate, però, non sarebbero solo i partiti ma anche quei consiglieri di maggioranza eletti nelle liste che hanno fatto riferimento direttamente al sindaco, il che rende il quadro ancora più complesso: questi contano sul fatto che i partiti hanno già avuto qualcosa, sia per le commissioni consiliari che per le presidenze di circoscrizione. L’ultima parola, come sempre, spetterà però a Orlando, con i partiti che temono comunque di prendere in mano aziende problematiche (Rap e Amat su tutte), assumendosene anche le responsabilità.

Per la giunta bisognerà attendere qualche settimana in più, forse fine luglio. Non è chiaro se a cambiare saranno solo tre pedine (così da accontentare i partiti con un posto a testa) o se il rimpasto sarà più ampio, ma in quel caso le altre poltrone in più sarebbero occupate sempre da uomini del sindaco. Quelli con più chance di restare al proprio posto sono il vicesindaco Sergio Marino, Andrea Cusumano che sta gestendo l’anno della Cultura e Giuseppe Mattina, ben voluto dal settore del Sociale; restano sulla graticola Emilio Arcuri, Iolanda Riolo, Antonio Gentile, Gaspare Nicotri e Giovanna Marano, anche se quest’ultima sarebbe in vantaggio rispetto agli altri.

In questo caso il sindaco non farà problemi sui nomi proposti. Sicilia Futura punta ancora su Leopoldo Piampiano, Sinistra Comune potrebbe invece far tornare in giunta uno dei due ex (Giusto Catania o Barbara Evola), visto che sarebbe caduto il veto sulla nomina di chi occupa anche uno scranno in consiglio comunale. Ma è il Pd ad avere i guai più grossi: non è un mistero che Giuseppe Lupo voglia far entrare Teresa Piccione, non confermata alla Camera il 4 marzo, ma un posto toccherebbe anche all’area renziana, mentre al momento viene data invece per esclusa l’area che fa riferimento ad Antonello Cracolici. I dem però devono fare i conti con l’esiguità dei posti in giunta a disposizione, che potrebbe essere compensata con le presidenze delle partecipate.

LE REAZIONI

“Apprendiamo dalla stampa che, in queste ore, si starebbero svolgendo trattative sul rinnovo dei vertici delle Municipalizzate e sul rimpasto politico della Giunta di Governo. Ci chiediamo: ma per il Pd chi tratta? Così Fabio Teresi, presidente della Quinta circoscrizione e componente della direzione provinciale “Spero che il capogruppo al Comune, Dario Chinnici, ed il segretario provinciale, Carmelo Miceli, smentiscano, senza ambiguità, queste voci a cominciare dal balletto sui nomi. Senza un confronto vero, partendo dal profilo politico e programmatico della nostra presenza in maggioranza, nessuno è autorizzato ad avviare trattative a nome del pd senza il confronto negli organismi a cominciare dalla direzione provinciale che non si riunisce da oltre un anno. Atteggiamenti diversi sarebbero, ancora una volta, incomprensibili agli occhi del Pd e della città”.

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29 Giugno 2018, 05:26

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