26 Settembre 2017, 06:04
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PALERMO – “Orlando? Chi l’ha visto?”. Il concetto, con parole simili, è espresso da ogni parte di Sala delle lapidi. C’è l’ex fedelissimo Giusto Catania, la ‘nemica giurata’ Sabrina Figuccia, l’avversario per il Comune e ora alleato per le Regionali Fabrizio Ferrandelli. “La città è sporca e il sindaco è assente”.
Le parole dei consiglieri palermitani non fanno altro che accendere i riflettori su una emergenza che è sotto gli occhi di tutti. Palermo è sommersa dai rifiuti e in qualche caso, già invasa dai ratti. Le immagini, del resto, rimbalzano sui social, dove qualcuno ha già creato una pagina dal titolo esaustivo: “Palermo città della munnizza”. Lì, il racconto in foto dello sfascio. Altre segnalazioni arrivano direttamente dai lettori di Livesicilia: l’immondizia fino a ieri ricopriva la zona del porto, via Albanese, il centro storico, le periferie.
Ad attaccare il sindaco, ieri, anche un suo ex assessore: “La condizione igienica della città – ha detto il capogruppo di Sinistra comune Giusto Catania – è drammatica e a due settimane dall’avvio dell’attività straordinaria di pulizia i risultati sono poco visibili: il disagio riguarda tutta la città, senza distinzione tra centro periferia. Orlando non aspetti le elezioni regionali per nominare il nuovo consiglio di amministrazione di Rap, la condizione igienico-sanitaria della città merita un intervento immediato”. E nelle parole di Catania, il nemmeno tanto velato riferimento alle elezioni regionali. Sarebbero quelle, oggi, ad affollare i pensieri del primo cittadino palermitano, impegnato nella ‘spinta’ a Fabrizio Micari, candidato alla presidenza scelto proprio da Orlando, e al suo movimento “Arcipelago Sicilia” che è miracolosamente spuntato persino all’Ars, dove Orlando non può contare su nessun deputato, in realtà. Onorevoli “in affitto” per un primo cittadino diventato d’un colpo anche presidente della Città metropolitana, massimo sponsor del candidato governatore, e “proprietario” a sorpresa di un gruppo parlamentare, giusto il tempo di evitare la raccolta delle firme. Manovre finalizzate alle prossime elezioni regionali. Che starebbero, secondo i detrattori, “distraendo” il primo cittadino.
“Le condizioni di Palermo – dice Fabrizio Ferrandelli, sconfitto da Orlando alle ultime elezioni ma oggi parte della coalizione a sostegno di Micari – sono le stesse in cui si trovava la città cento giorni prima delle elezioni amministrative. Poi, durante la campagna elettorale, il sindaco ha fatto brillare la macchina amministrativa. Ma adesso siamo di nuovo nel caos e tutti i problemi stanno venendo fuori. Problemi – prosegue Ferrandelli – che sono anche legati alla condizione economico-finanziaria in cui versa il Comune di Palermo e che denuncio da tempo. Ma il sindaco oggi – conclude Ferrandelli – è completamente assente, la macchina non è governata, e anche gli assessori, molti alla prima esperienza, stanno svolgendo un rodaggio difficilissimo”.
“Riceviamo venti segnalazioni al giorno, la città è allo sbando”, Sabrina Figuccia fin dal giorno successivo alle elezioni è stata tra i più combattivi oppositori di Orlando. Ma il suo racconto aggiunge altri elementi al quadro di emergenza: “Ormai in tanti, anche attraverso i social network mi segnalano di tutto. L’altro giorno, mi hanno inviato la foto di alcuni ratti, in via Libertà, nella zona più chic di Palermo”. Insomma, i rifiuti anche nel “salotto” della città. Ma non va meglio in periferia: “Una villa costruita nella zona di Passo di Rigano proprio con Orlando sindaco, 25 anni fa, e destinata ai bambini della zona è abbandonata ed è popolata da tossicodipendenti. Rifiuti ingombranti sono stati segnalati invece persino nei pressi del carcere Ucciardone. Orlando è assente, è un fantasma – insiste Figuccia – e non si fa vedere nemmeno in Consiglio comunale. A lui interessano solo le Regionali, pensare ai candidati da piazzare in lista. Ma ha dimenticato di essere il sindaco di questa città”.
Intanto il piano straordinario per la raccolta dei rifiuti a Palermo, chiesto due settimane fa dal sindaco Leoluca Orlando, non ha risolto nulla. Da fine agosto i cumuli di immondizia continuano a crescere sia in centro che in periferia, e la Rap, l’azienda che si occupa della raccolta e smaltimento, è in forte affanno, con una flotta di autocompattatori decimata dai guasti, i dubbi sul futuro della dirigenza e una “task force” assai esigua nel numero. Ma il piano “straordinario” difficilmente può risolvere problemi ormai strutturali. E che affondano anche nei dati sulla raccolta differenziata: la Capitale della cultura è agli ultimi posti nelle classifiche di tutta Italia. I numeri più recenti, nonostante qualche miglioramento, sono sconfortanti: Palermo sfiora il 15 per cento di raccolta, quando questa, stando alle norme nazionali e regionali, dovrebbe attestarsi già dal 2014 al 55 per cento. Proprio per questo motivo, pochi giorni fa, la Procura della Corte dei conti ha notificato un “invito a dedurre”, oltre al governatore Rosario Crocetta e all’ex sindaco Diego Cammarata, a Leoluca Orlando. Una specie di “avviso di garanzia” nel processo contabile, con tanto di richiesta di risarcimento al primo cittadino in carica: oltre sei milioni di euro per l’emergenza rifiuti nel capoluogo. Un’emergenza tornata d’attualità, insieme alle critiche: “Il sindaco? Chi l’ha visto?”.
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26 Settembre 2017, 06:04