21 Aprile 2021, 06:00
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Sindaco Orlando, la domanda per lei è la stessa che abbiamo rivolto ad altri: a che punto è la notte del Covid?
“Al punto in cui dobbiamo tenere presente, come sempre, due cose importanti da salvaguardare”.
Quali?
“La vita umana e la tenuta economica. E’ necessario garantire i lavoratori ma anche gli operatori economici, perché se le imprese chiudono, appena finiranno gli ammortizzatori, avremo un numero enorme di disoccupati. Ci sarà domani (oggi, ndr) una riunione con il premier Draghi e io dirò una cosa molto semplice: non bisogna occuparsi dei ristori, ma bisogna rimborsare le spese fisse degli imprenditori e dare agli stessi, quando riapriremo, la possibilità di accedere al credito senza complicazioni, né ostacoli”.
E sul fronte dell’emergenza sanitaria?
“Ci vuole la massima prudenza. Non possiamo avere sulla coscienza la morte delle persone. Ci sono quattrocento vittime al giorno”.
Lei si è vaccinato?
“Sì, con AstraZeneca. Mi sono prenotato, ho affrontato la fila insieme a mia moglie che ha avuto somministrato il Pfizer. In Fiera ho incontrato personale delizioso. Anche se sto benissimo, sono un estremamente fragile. Il medico ha fatto una battuta: ‘Se non era il sindaco le facevo il Pfizer’. Ho detto: basta che me lo somministrate… Ripeto: ho incontrato medici deliziosi e bravi. Ho fatto AstraZeneca il giorno in cui l’hanno sospeso. Ho ricevuto centinaia di telefonate: come sta, sindaco? Benissimo, non ho avuto niente. A tutti dico: vaccinatevi!”.
il 23 aprile Palermo sarà ancora in zona rossa?
“Siamo veramente al limite. Ma non c’è soltanto il parametro dei 250 casi su centomila, c’è l’altro elemento da considerare che riguarda le strutture ospedaliere e la velocità del contagio. Dopodiché, io non sono un virologo ma penso: meglio rossi una volta che gialli cento volte. Non possiamo permetterci né un morto, né un fallito in più. Anche secondo l’ultimo bollettino i casi sono tanti”.
Nonostante le restrizioni, come mai?
“Perché siamo nell’onda lunga della Pasquetta e poi la zona rossa non è il lockdown. Io posso uscire dieci volte al giorno per comprarmi un pacchetto di sigarette, per andare al mercatino… I controlli ci sono, però su maglie larghe”.
Meglio il lockdown?
“Andava fatto tra gennaio e febbraio. Dico solo questo e aggiungo che i ristoranti sono tanto sicuri quanto le scuole. Dobbiamo venire incontro a chi chiede aiuto, lotterò perché si allenti il patto di stabilità”.
Come va il rapporto con il presidente Musumeci?
“E’ un rapporto istituzionale che ti mette a riparo dagli alti e dai bassi”.
E con il commissario Costa?
“Penso che stia svolgendo un grandissimo lavoro in mezzo a mille disagi. Magari si poteva portare qualche sedia in più in Fiera. Poi c’è il problema dei dati”.
Che problema è?
“Ce ne sono diversi. Non riceviamo da tanto i numeri completi, i dati per zone, non conosciamo la situazione delle strutture ospedaliere, non sappiamo quanti posti ci sono in terapia intensiva. Lo dico da mesi che è difficile avere il quadro preciso”.
Quattro passi nei dintorni della crisi politica al Comune con i renziani. Dovesse raccontarla a un marziano dal suo punto di vista come la racconterebbe?
“Loro hanno avuto un comportamento nervoso che ha caratterizzato la vita del consiglio comunale, con sedute interminabili e attraversate dalla tensione. Ha presente la maionese impazzita? Poi, non è semplice riprenderla. Io ho chiesto al presidente del consiglio comunale di avere delle garanzie sulle delibere, che si discutano senza essere aggredite né insultate. Esigo il rispetto che è quello che chiedono tutti. Quando, però, si insiste sul modello Draghi non posso fare finta di non capire il segnale implicito. Non si può chiedere a me di fare l’alleanza con Salvini e con la Lega”.
In sintesi?
“Lancio un appello: ci sia rispetto reciproco e si faccia in modo che tutto non finisca allo sfascio”.
Nel frattempo si avvicina, con il 2022, la scadenza del suo mandato.
“Ma dopo di me ci sarò ancora io”.
In che modo, sindaco?
“Farò campagna elettorale, mi occuperò delle elezioni, io come altri. Non posso consentire che si disperda il cambiamento. Ho appena concluso una lunga giornata con interviste e collegamenti internazionali. Palermo è un punto di riferimento per tutti in tema di diritti e questo non può essere cancellato”.
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21 Aprile 2021, 06:00