04 Settembre 2013, 13:55
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PALERMO – “Quello di cui parla Eva Riccobono, cioè il fatto di odiare il familismo, i soprusi e, soprattutto, la mentalità mafiosa di Palermo, si chiama cultura all’appartenenza, è quella logica per cui non chiedi a qualcuno cosa sa fare. Prima era un vizio tipicamente siciliano, adesso è diventato cultura nazionale. Oggi ti domandano a chi appartieni per fare il direttore a Bergamo, non per fare il direttore generale a Palermo. Purtroppo ormai è tipico degli italiani chiedere a chi appartieni e cosa sai fare”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervistato da Klaus Davi. “Riccobono non ha sbagliato l’analisi – prosegue il sindaco Orlando – ma il problema è la terapia, la ragione per cui ognuno di noi deve fare quella parte per evitare che si rifiuti la cultura all’appartenenza. Lei usa l’espressione mentalità mafiosa, io uso cultura all’appartenenza, che poi diventa anche mafiosa, ma non me la sento di dire che chi ha cultura all’appartenenza è mafioso: se così fosse dovremmo scoprire che la maggior parte dei mafiosi stanno al nord Italia. Quella cultura all’appartenenza che prima riguardava solo alcune realtà del Sud, oggi è diventata cultura nazionale”.
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04 Settembre 2013, 13:55