07 Luglio 2021, 06:03
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PALERMO – Il dado è tratto e ormai è questione di giorni: il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, andrà nel Partito Democratico. O meglio, ci ritornerà facendo segnare una nuova puntata di una storia travagliata fatta di odio e amore fra il Professore e i dem. In rotta nel 2012, alleati nel 2017, nel mezzo la tessera presa prima delle Politiche e la sfortunata candidatura di Fabio Giambrone, poi il flirt con Italia Viva e infine la cacciata dei renziani.
Un feeling travagliato, ma l’arrivo di Enrico Letta alla guida del Pd sembra aver riportato il sereno e spinto il sindaco Orlando a riprovarci. Il matrimonio potrebbe essere celebrato nel giro di poco, anzi pochissimo, forse entro questa settimana alla presenza di esponenti nazionali del partito e in attesa di una visita in città del segretario prevista in estate. Ieri Orlando, insieme al vice Giambrone, ha convocato i consiglieri di Avanti Insieme per annunciare la decisione: il passaggio dovrebbe riguardare anche altri assessori come Sergio Marino, Giovanna Marano e Toni Sala, mentre al momento i consiglieri comunali rimarranno nel gruppo civico. Claudia Rini non ha mai fatto mistero di guardare a destra pur avendo aderito al progetto del Professore, mentre Valentina Chinnici e Massimo Giaconia, pur vedendo con favore il dialogo col Pd, al momento non aderiranno. Il passaggio di Giambrone, Marino, Marano e Sala trasformerebbe la giunta quasi in un monocolore dem con l’unica eccezione di Sinistra Comune, e anche il gruppo a piazza Pretoria passerebbe a tre componenti.
Un matrimonio, quello tra il sindaco e i dem, fatto di ideali ma anche di interesse reciproco: il Professore spera in una sponda romana per allentare i vincoli di un bilancio al dissesto e immaginare una nuova vita politica dopo il 2022, mentre i democratici confidano che un impegno in prima persona di Orlando alle prossime Comunali li aiuti a mettere in piedi una lista competitiva. Il fondatore della Rete non ha ancora sciolto le riserve, ma in casa dem molti sperano in una candidatura a Sala delle Lapidi che avrebbe il merito di trainare il partito aiutandolo a raggiungere la doppia cifra; scartata l’ipotesi che Orlando possa restare a fare il consigliere, la mossa sarebbe quella di dimettersi subito dopo le urne per dedicarsi a un ruolo nazionale o internazionale a cui arrivare con l’aiuto di Letta. Il Pd incasserebbe però un buon risultato nella quinta città d’Italia, decisivo per arrivare alle Regionali con il vento in poppa.
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07 Luglio 2021, 06:03