Percosse e sevizie sui migranti | “Respingerli è un atto di guerra”

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07 Agosto 2015, 15:25

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PALERMO- Migranti marchiati con i coltelli, picchiati con le cinture. Ai cinque presunti scafisti arrestati a Palermo vengono contestate anche queste forme di violenza, che variavano a seconda delle etnie delle vittime. Secondo alcune testimonianze raccolte dalla polizia, i criminali avrebbero rivestito ciascuno un ruolo ben preciso: uno comandava l’imbarcazione, con l’ausilio di altri due; gli altri si occupavano di controllare i migranti, impedendo loro, con la violenza, di muoversi. Gli arrestati sono accusati di omicidio plurimo per aver provocato la morte accertata di 26 migranti e quella presunta di circa 200 persone che mancherebbero all’appello (sul barcone erano in 650, secondo i testimoni). Dopo circa tre ore di viaggio, hanno raccontato i sopravvissuti, è cominciata a entrare acqua nella stiva, ove erano stati sistemati gli africani, che secondo i trafficanti potevano stare chiusi nella stiva anche per 3 giorni, visto che avevano pagato la metà del prezzo per la traversata.

Non appena la stiva si è allagata uomini, donne e bambini hanno cercato una via di fuga; ma i cinque avrebbero chiuso la via d’uscita, facendoli morire. Alcuni migranti hanno riferito che gli scafisti avrebbero marchiato con i coltelli la testa di coloro che non obbedivano agli ordini, specie quelli di etnia africana; gli arabi, invece, sarebbero stati picchiati con cinture e gli uomini sposati con calci e pugni. Il costo del viaggio, dicono i sopravvissuti, va da 1.200 a 1.800 dollari a persona. Per avere un giubbotto di salvataggio si pagherebbe una cifra supplementare che varia da 35 a 70 dinari libici, cioè da 25 a 50 euro circa.

“Respingere i migranti è un atto di guerra”

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07 Agosto 2015, 15:25

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