Ospedale lontano, paziente muore| “Colpa dell’infermiere”, condannato

di

21 Aprile 2016, 19:06

1 min di lettura

PALERMO – La condanna è pesante, la storia ha dell’incredibile. Morire perché invece di essere trasportato nell’ospedale più vicino, a pochi isolati, qualcuno decide di raggiungere il più distante Villa Sofia.

Quel qualcuno sarebbe stato l’infermiere Francesco Giambanco, condannato a due anni e mezzo di carcere dal giudice per l’udienza preliminare Fernando Sestito. Sarebbe responsabile dell’omicidio colposo di Giorgio Callivà, deceduto a 69 anni. Fu dall’abitazione di quest’ultimo che, nell’ottobre del 2011, partì una richiesta di aiuto. Callivà aveva una crisi respiratoria. L’ambulanza arrivò in fretta in via Paolo Emiliani Giudici, nella zona di via Oreto. A poca distanza c’erano il Civico o il Policlinico. Ed invece, per una ragione rimasta misteriosa, Giambanco, che era il team leader del mezzo di soccorso, avrebbe imposto all’autista di raggiungere il lontano ospedale Villa Sofia dove Callivà, mezz’ora dopo, giunse in condizione disperate, quando ormai non c’era più nulla fare.

Articoli Correlati

Furono l’autista e l’infermiere a bordo dell’ambulanza a confermare che sarebbe stato Giambanco ad impartire le direttive. Non sappiamo se Callivà si sarebbe potuto salvare anche perché non fu mai eseguita l’autopsia. Secondo l’accusa, però, il comportamento dell’imputato fu connotato da negligenza e imperizia. Da qui la condanna per omicidio colposo. L’imputato dovrà pagare una provvisionale di risarcimento danni ai familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Giulio Bonanno e Francesco Lo Sciuto.

 

Pubblicato il

21 Aprile 2016, 19:06

Condividi sui social