28 Marzo 2013, 11:43
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CATANIA. Arriva anche in Sicilia il giubbotto salvacuore: un defibrillatore esterno portatile utilizzato per la prima volta nell’Isola all’unità operativa di Cardiologia e Utic dell’ospedale Gravina di Caltagirone, diretta da Giacomo Chiarandà. Lo ha indossato una paziente affetta da cardiomiopatia dilatativa ad alto rischio di gravi aritmie pericolose per la vita. Sono oltre 3.000 nel mondo i malati che hanno portato il giubbotto, con un’aderenza alla terapia superiore al 90% e un’efficacia del primo shock erogato prossima al 100%. E’ un defibrillatore di circa 3-4 chili, indossabile sia di giorno sia di notte, e che monitora costantemente il ritmo cardiaco del paziente, riconoscendo le aritmie potenzialmente fatali e segnalandole con un allarme. Se il paziente è cosciente, e quindi è un’aritmia transitoria, il dispositivo può essere bloccato con la pressione contemporanea di due pulsanti. Se invece il soggetto è incosciente entro 30 secondi parte la scarica salvavita. Le caratteristiche tecniche del giubbotto salvacuore sono sovrapponibili ai defibrillatori impiantabili per via sottocutanea. “Il giubbotto viene utilizzato in particolare – spiega Chiarandà – in tutte quelle situazioni transitorie in cui non è possibile o non è raccomandato, per motivi clinici, impiantare un dispositivo definitivo sottocutaneo”. L’utilizzo richiede un semplice addestramento e una programmazione individuale che dura all’incirca 20 minuti all’atto della dimissione del paziente.
Il funzionamento è automatico. Grazie ad un sistema computerizzato, i medici potranno verificare l’andamento di ogni singolo paziente e intervenire se necessario. Gaetano Sirna, commissario straordinario Asp Catania, sottolinea che l’adozione del giubbotto salvacuore “si inserisce in un processo virtuoso di aggiornamento tecnologico e di attenzione alle innovazione bio-mediche che costituisce per i cittadini una premessa di qualità dei servizi”.
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28 Marzo 2013, 11:43