21 Aprile 2011, 17:19
2 min di lettura
“Abbiamo messo la seconda candelina sulla nostra riforma. L’anno scorso l’avevamo piazzata sulla riforma, inteso come testo formativo uscito da un dibattito intenso e corale dell’Assemblea Regionale, oggi questa candelina la piazziamo e la spegniamo sul cambiamento che la riforma ha determinato”, con questa parole Massimo Russo, l’assessore regionale per la Salute, ha aperto il suo intervento al convegno sulla riforma sanitaria di stamattina. “Questa – ha detto Russo – vuole essere un’occasione annuale per incontrarci per dire grazie a tutti voi che avete creduto in un cambiamento che è partito dalla Sanità ma che riguarda tutta la Sicilia, in particolare la politica in Sicilia”. Al convegno era prevista la presenza del presidente della Regione, Raffale Lombardo, che non è intervenuto.
“Grazie ai dati forniti dai documenti del ministero dell’Economia e della Salute siamo riusciti a fare un’‘operazione- verità’ sul reale buco della Regione che non dipende certo dalla Sanità – ha riferito lo stesso Russo – . Un buco che non ci permette di avere i fondi per la quota di compartecipazione della Sanità che siamo costretti a reperire dai fondi Fas, fondi che, dunque, non utilizzeremo per coprire il bilancio sanitario bensì per avere delle quote che annualmente competono al sistema sanitario regionale. Con il piano di riforma abbiamo ottenuto ottimi risultati: lo dimostrano i dati che attestano l’inizio di una concreta inversione di tendenza per il sistema sanitario siciliano. I ricoveri inappropriati assorbivano il 9% delle degenze ospedaliere, il dato è sceso a 4% – ha precisatoRusso – con un risparmio di decine di milioni di euro. Contemporaneamente si è registrato in questi due anni una riduzione dei ricoveri complessivi del 13%”. Non sono mancate le polemiche più o meno celate rivolte ad alcuni esponenti politici e agli organi di informazione.
“Molti sono diventati ciechi e non vogliono vedere le cose che siamo stati in grado di fare in poco meno di tre anni, liquidano queste riforme come cose messe lì sulla carta e annunciano disastri e tempeste. La stessa cosa vale per un certo tipo di informazione, anzi di cattiva informazione”.
Pubblicato il
21 Aprile 2011, 17:19