Incompiute e scheletri di cemento |Viaggio nel quartiere “fantasma”

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15 Aprile 2018, 19:02

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CATANIA – Avrebbe potuto trasformarsi in una multifunzionale sede dell’ateneo catanese, accogliere studenti, lectio magistralis, e diventare centro nevralgico di aggregazione culturale. E invece la vecchia masseria del viale Bummacaro 7 nel quartiere di Librino è a tutt’oggi un immobile abbandonato a disposizione dei vandali.

La masseria

L’intero edificio è rimasto inutilizzato nonostante sia stato oggetto di ristrutturazione e appaia ancora in ottime condizioni. A monte dello stato di abbandono in cui versa ci sarebbe uno stallo sopraggiunto nel corso delle procedure di gestione. Fino al 2011 la struttura sarebbe stata infatti affidata all’Università degli Studi di Catania che l’avrebbe poi però ceduta al Comune. Morale della favola, di quella struttura il Comune sembra non essersene mai occupato. I locali non sarebbero mai stati rimessi sul mercato. Oggi l’immobile è chiuso, mentre l’area esterna, oltre ad

L'esterno privato di una parte dei cancelli

essere stata vandalizzata, non ha più i cancelli. Il ché consente un rapido accesso alla scuola Campanella Sturzo. L’istituto è infatti adiacente alla masseria. Attraversandola è possibile introdursi agevolmente all’interno del plesso dove da quel punto d’accesso non vi sono barriere o protezioni di alcun tipo. Una situazione pericolosa che ha già facilitato l’azione dei criminali che poco tempo fa hanno fatto razzia nel presidio scolastico di diversi computer.

Il vecchio ambulatorio Asp

Ma non c’è solo la masseria. Quella dei vecchi immobili dismessi e consegnati al degrado è una storia vecchia del quartiere. Lo è soprattutto per i residenti che da anni vivono nell’attesa che le promesse si trasformino in realtà. Perchè gli anni passano ma lo scenario non cambia nonostante i proclami della politica, gli appelli e le visite istituzionali. Di strutture fantasma ne è pieno il rione. Un lungo elenco di scheletri, alcuni anneriti dagli incendi, occupati abusivamente e mai recuperati. Luoghi abbandonati a se stessi a discapito di qualsiasi principio di decoro urbano. E poi c’è la piaga della criminalità che adocchia in quei palazzi fatiscenti nascondigli e occasioni utili per poter spacciare in santa pace.

Al viale Bummacaro, per esempio, c’è un altro immobile dimenticato. Si tratta del vecchio ambulatorio Asp. La struttura era stata dismessa circa 15 anni fa. All’epoca il presidio sanitario venne infatti trasferito a San Giorgio. Da allora versa però in condizioni di totale degrado e abbandono nell’attesa che si decidesse di quale utilizzo

La barca abbandonata nel vecchio ambulatorio

farne. È circondato da una vegetazione selvaggia ed è diventato una discarica a cielo aperto. Chiunque può accedere per disfarsi di rifiuti di ogni tipo. Nel mezzo dell’area giace anche la carcassa di una barca. Ma il sito appare pericoloso anche per la presenza di materiale, presumibilmente eternit, che penzola dai tetti. Una questione circa la quale abbiamo chiesto lumi al presidente della sesta circoscrizione Lorenzo Leone. “Purtroppo il vecchio ambulatorio Asp a Librino – afferma a LiveSicilia – è uno scempio che perdura da anni. Abbiamo fatto svariate segnalazioni e anche emanato una delibera di Consiglio per chiedere all’amministrazione una bonifica urgente del sito. Ma le nostre richieste sono rimaste finora inascoltate”.

E il nostro viaggio, non si ferma, prosegue in via delle Dalie dove lo spettacolo

Il plesso scolastico abbandonato

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che salta subito agli occhi è altrettanto triste. Lì, a pochi passi dalla borgata di Librino, si trova la vecchia succursale della scuola dell’infanzia Brancati, ridotta un cumulo di macerie. L’immobile è quasi del tutto sventrato e sommerso dai rifiuti di ogni tipo. Anche qui non c’è alcun sbarramento, e persino un ragazzino può accedervi andando incontro a numerosi pericoli.

Il campetto abbandonato a Villaggio Sant'Agata

A pochi passi dal quartiere Librino c’è forse un altro degli emblemi dei luoghi lasciati all’abbandono. È il centro polisportivo di Villagio Sant’Agata. Una struttura enorme e completa di tutto ma inspiegabilmente in disuso da circa tre anni. Oggi è ridotta a luogo di bivacchi nel degrado più assoluto. Ci sono però le tracce dei sogni dei bambini che vorrebbero un luogo in cui poter giocare. Qualcuno ha arrangiato un’altalena appendendo al canestro un vecchio pneumatico con una corda. Su un albero c’è anche una casetta di legno.

L'interno degli spogliatoi

Negli spogliatoi qualcuno probabilmente si reca con una certa consuetudine. Tanto che all’interno c’è un tavolo in plastica, un divano, un posacenere con delle cicche e un piccolo generatore che tiene accese delle luci.

 

 

Certo, qualche caso è stato risolto, seppur non del tutto, a partire dal vecchio palazzo di cemento. Lo sgombero dell’edifico e l’avvio del processo di riqualificazione è stato un segnale importante. Ma la strada è ancora lunga. A Catania il sindaco Bianco ha anche nominato un assessore ad hoc per la riqualificazione delle periferie. Un consistente patrimonio edilizio comunale – come mostrano le immagini – da anni è tuttavia ancora abbandonato o rimasto sospeso negli iter burocratici che dovevano quanto meno stabilirne la trasformazione d’uso.

 

 

 

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15 Aprile 2018, 19:02

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