04 Aprile 2017, 17:07
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PALERMO – L’ultimo nome buttato nella mischia è quello del presidente del Senato Piero Grasso. Sarebbe lui l’asso nella manica di Matteo Renzi per le regionali siciliane. Il nome della seconda carica dello Stato, al centro di un retroscena pubblicato ieri da La Sicilia, è solo l’ultimo di una ormai lunga sequenza di big che stampa ha investito come papabili alla successione di Rosario Crocetta.
Da Stefania Prestigiacomo a Roberto Lagalla, l’elenco si allunga di giorno in giorno. Persino Angelino Alfano è stato tirato in ballo in passato come possibile candidato, così come il leader dei centristi Gianpiero D’Alia. Questi ultimi due sono stati per qualche tempo considerati papabili dalle parti del centrosinistra. Mentre per il centrodestra oltre alla citata Prestigiacomo, qualche organo di stampa ha ipotizzato la candidatura dell’ex presidente del Senato Renato Schifani, oltre ai nomi più ricorrenti come quelli di Giovanni La Via, Nello Musumeci (che però fa arricciare il naso ai cuffariani di ieri, oggi e domani), Gaetano Armao e di Roberto Lagalla, che si ascrive – con una straordinaria versatilità bipartisan – anche tra i papabili del centrosinistra, meglio se in un’inedita alleanza neocentrista con tutti dentro per arrestare l’avanzata grillina.
Tutti candidati, tutti candidabili. Nel Pd, poi, c’è una gran folla di papabili, pronti a entrare papi in conclave per uscirne cardinali. Scalda i motori per le primarie, se mai si faranno, Antonello Cracolici, parla da un pezzo da candidato girando la Sicilia e scrivendo e riscrivendo ambiziosi programmi Davide Faraone, mentre un pezzo della sua ditta renziana dopo il referendum sembra lavorare per mettersi in proprio trasformando in centrale la succursale catanese. Rivendica il suo diritto a ricandidarsi anche Rosario Crocetta, ma nel suo stesso partito l’entusiasmo per questa eventualità è paragonabile a quello di Berlusconi per Salvini premier. E poi c’è Enzo Bianco, che è tornato, raccontano, ad accarezzare l’idea, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’incompatibilità con la carica di sindaco di Catania, che richiederebbe sue dimissioni da qui alla fine del mese. E infine, ecco Piero Grasso. La Sicilia scrive che la “suggestione” di una candidatura dell’ex magistrato oggi seconda carica dello Stato piacerebbe tanto a Renzi e che il piano sarebbe più che un’idea. Il nome di Grasso sarebbe una proposta che il partito non può rifiutare, imporrebbe una pax tra le correnti ed eviterebbe le primarie. Dalle parti del centrosinistra la si considera un’ipotesi molto realistica. E se fosse davvero lui il papabile giusto?
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04 Aprile 2017, 17:07