08 Maggio 2015, 13:17
3 min di lettura
PIRAINO (MESSINA) – Della pasta ancora cruda sul pavimento, quattro bottiglie di plastica, una di un litro e mezzo piena di liquido infiammabile, le altre ormai sciolte. Potrebbe essere avvenuta una esplosione con conseguente incendio davanti all’abitazione di famiglia di Vincenzo Liotta, lo studente palermitano di 22 anni che ieri sera è stato trovato carbonizzato dai carabinieri che stanno tentando di risolvere il giallo della sua morte. Vincenzo studiava Economia e finanza a Palermo, era uscito da casa il giorno prima con la sua Toyota Rav.
I genitori, dopo il suo mancato rientro nell’appartamento di via La Marmora, avevano presentato una denuncia ai carabinieri: erano preoccupati, il figlio non trascorreva mai la notte fuori senza prima avvisare. Eppure, quella stessa sera, il suo telefono cellulare era stato intercettato dalle parti dell’aeroporto di Punta Raisi. Meno recente l’ultimo accesso tramite la chat telefonica Whatsapp, che – come scrivono i suoi amici su internet – risalirebbe alla mattina stessa dell’allontanamento da casa. Anche loro, in preda all’ansia, avevano lanciato un appello tramite un sito studentesco: “Di Vincenzo non ci sono più notizie – aveva scritto un collega – oggi dovevamo vederci in facoltà, ma nemmeno i genitori riescono a rintracciarlo”.
Un silenzio angosciante quello in cui chi conosceva il ragazzo ha vissuto. E, ieri sera, l’epilogo terribile di una vicenda che al momento resta avvolta nel giallo. Bisognerà infatti attendere l’esito dell’autopsia, che sarà eseguita presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale di Patti, per accertare cosa sia successo a Vincenzo. Gli investigatori ipotizzano una esplosione di quelle bottiglie dovuta a cause accidentali: il 22enne potrebbe aver tentato di accendere un fuoco, o forse la cicca di una sigaretta rimasta accesa ha provocato l’imprevedibile.
Ma tra le piste al vaglio dei carabinieri c’è pure quella di un gesto estremo del ragazzo, che sarebbe però apparentemente incompatibile su ciò che parenti e amici raccontano di lui. Vincenzo viene descritto come un ragazzo tranquillo, sereno, con tanti progetti. Una vita spensierata la sua, con una fidanzata accanto e tanti obiettivi ancora da raggiungere. Nulla l’avrebbe tormentato, per la famiglia il suicidio è da escludere.
L’esame autoptico chiarirà se le ustioni riportate sono state provocate da un incendio che si è propagato ai suoi abiti, investendo il suo corpo. Forse Vincenzo aveva deciso di trascorrere una giornata nella casa che i genitori stanno ristrutturando interamente a Piraino e qualcosa è andato storto mentre stava cucinando. In base a quanto i suoi familiari hanno raccontato, il ragazzo amava quella casa: aveva scelto il nuovo pavimento ed aiutava spesso il padre nel cantiere. E, due giorni fa, si sarebbe recato lì da solo, senza dire nulla a nessuno.
Ai carabinieri, chi abita nella zona in cui si trova il casolare ha riferito di aver notato del fumo nero: era quasi mezzogiorno di mercoledì. Nessuno avrebbe però lanciato l’allarme: si tratta di una zona isolata e chi ha visto l’incendio ha pensato che qualcuno stesse bruciando delle sterpaglie. La morte di Vincenzo potrebbe quindi risalire proprio a quel giorno. Stamattina i carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina hanno effettuato un ulteriore sopralluogo: gli elementi raccolti farebbero escludere con certezza l’omicidio.
Pubblicato il
08 Maggio 2015, 13:17