10 Agosto 2020, 06:08
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PALERMO – “Nel 2022 a Palermo il centrodestra non si dividerà, ma si presenterà con la stessa formazione che sostiene Nello Musumeci alla Regione. Io candidato sindaco? A priori non escludo nulla, ma non mi piacciono le fughe in avanti. Prima parliamo dei programmi, già dopo il voto in autunno”. Continua il ciclo di interviste di Livesicilia sulle prossime Comunali del capoluogo siciliano e stavolta, a parlare di progetti e percorsi, è Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars, che lancia le sue proposte: “Attraiamo nuovi investimenti, riduciamo la Ztl e privatizziamo il servizio rifiuti”.
Nel 2022 il centrodestra si presenterà nella sua formazione classica o si spaccherà a causa del Grande centro invocato da Davide Faraone?
“Lo schema che ha portato alla vittoria di Nello Musumeci alla Regione nel 2017 sarà lo stesso che riproporremo per Palermo nel 2022 e per le prossime Regionali”.
Quindi centrodestra in versione classica, dai centristi alla Lega?
“Sì, che poi è quello che si è rivelato più vincente. Nel 2017 tutti davano per scontata la vittoria alle Regionali del Movimento cinque stelle, il centrodestra veniva da una serie di sconfitte ma Musumeci è riuscito nell’impresa: coalizzare intorno a sé una coalizione forte e ribaltare i pronostici, avviando un nuovo percorso di vittorie poi proseguito in Umbria, Sardegna e Calabria. Peraltro in questi anni Lega e Fratelli d’Italia sono molto cresciuti in Sicilia, con un exploit dovuto anche all’esperienza di governo regionale. Quando ci ripresenteremo, otterremo cifre ancora più alte”.
Quindi Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Diventerà Bellissima, centristi, Udc, autonomisti… e Italia Viva?
“Non penso che ad oggi ci siano i presupposti, Italia Viva è stata critica con Orlando negli ultimi tempi e all’Ars ha sostenuto provvedimenti come la riforma urbanistica, ma a Roma e a Palermo è in una coalizione di centrosinistra. Notiamo un’evoluzione della loro classe dirigente, ma rimangono soci fondatori del progetto di Orlando”.
A proposito di Orlando… che giudizio dà della sua esperienza da sindaco?
“A Orlando va riconosciuto il merito di aver fatto sì che Palermo si sdoganasse, che si presentasse agli occhi del mondo come una città vogliosa di riscatto. Oggi però non basta un ambasciatore nel mondo, serve anche qualcuno che possa attrarre gli investimenti, che risolva i problemi, che si rimbocchi le maniche per togliere l’immondizia dalle strade, che si occupi di servizi e sviluppo economico”.
Le elezioni del 2022 sanciranno la definitiva uscita di scena di Orlando che ha rappresentato in qualche modo un’anomalia…
“Sia nel 2012 che nel 2017 ha vinto con percentuali molto alte, così come Musumeci è stato un’anomalia sul piano regionale: due soggetti politici forti capaci di battere un M5s a quel tempo in grande ascesa. Tra due anni Orlando non sarà più in campo e nel centrodestra dovremo iniziare subito a costruire una sintesi: Palermo avrebbe la straordinaria possibilità di ritrovarsi con un governo di centrodestra in sintonia sia con quello della Regione, dove si voterà qualche mese dopo e in cui ci ripresenteremo con Musumeci, che con quello nazionale per il quale si andrà alle urne nel 2023”.
Su cosa punterete nel 2022?
“Prioritario sarà istituire l’Ufficio speciale per attrarre grandi investimenti. Palermo è tra le città più cablate del Mediterraneo con la banda ultralarga, dovrebbe essere sede e punto di riferimento nevralgico di aziende internazionali ma purtroppo finora non è stato così. Contemporaneamente, si potranno offrire ai cittadini servizi più efficienti e Palermo potrà diventare capitale della digitalizzazione. Si devono sfruttare fino in fondo le potenzialità di sviluppo economico e di creazione di nuovi posti di lavoro garantiti dalle cosiddette ‘autostrade digitali’, come sta facendo il governo Musumeci con fondi per decine di milioni di euro. Sarà fondamentale anche rendere pienamente fruibile sia il parco della Favorita che il litorale di Romagnolo. Inoltre quando mi candidai sindaco nel 2012 avevamo elaborato un’idea che secondo me andrebbe ripresa, ovvero il tram del mare: collegare i porticcioli, da Sferracavallo alla Bandita, con degli aliscafi da far gestire ad Amat. Una soluzione efficace e poco costosa, ideale per una città come la nostra in cui il mare è quasi sempre navigabile. Grazie ai parcheggi già presenti e ai porticcioli lungo la costa, avremmo un nuovo sistema di mobilità che non graverebbe sulle strade”.
E il tram che invece va su rotaia?
“Quello è stato un errore, tanto che il centrodestra puntava sulla metropolitana leggera, ma ormai c’è e non possiamo di certo tornare indietro. Bisogna capire come valorizzarlo al meglio”.
Il Comune ha anche annunciato l’idea di un tunnel che colleghi le autostrade per Trapani e Messina, sotto viale Regione Siciliana, con tanto di deviazione per i tir che arrivano al porto…
“Finora non c’è nulla, a parte un comunicato stampa. Se si facesse ne saremmo felici, ma sono scettico. Peraltro, prima di pensare a nuove infrastrutture, dovremmo valorizzare le esistenti come la stazione Sampolo, da trasformare in un hub per merci e container”.
E sulle partecipate?
“Alcuni servizi possono essere messi a bando, come il Comune ha detto di voler fare con la manutenzione stradale. Lo stesso si potrebbe fare con il servizio di raccolta rifiuti, mantenendo i livelli occupazionali: nelle società partecipate ci sono tante professionalità che sono un valore aggiunto, ma spesso i servizi non sono all’altezza delle aspettative”.
Ztl? La abolirete?
“No, ma va ridimensionata e completata con i parcheggi, non può essere solo una scusa per fare cassa. Condividiamo l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale che chiede di rinviare la Ztl alla fine dell’emergenza, peccato che il sindaco lo abbia ignorato. Vanno invece aumentate le isole pedonali, che si stanno rivelando un buon strumento di sviluppo economico”.
Il centrodestra quando inizierà a parlare di candidati?
“Palermo è sempre in cima ai pensieri del governo Musumeci, come dimostrano i finanziamenti per il centro direzionale, il nuovo ospedale Cervello, il centro congressi al padiglione 20 della Fiera, i lavori a piazza Indipendenza grazie ai quali l’intera zona risorgerà, la cura del parco d’Orleans. Oggi ci stiamo confrontando in tutta la Regione per testare la coalizione del centrodestra in vista delle Amministrative del 4 e 5 ottobre in centri importanti come Agrigento, Enna, Marsala, Misilmeri, Carini e Termini Imerese. Dopo il voto tireremo le somme e discuteremo di cosa fare per Palermo già a fine anno, partendo dalla visione che ognuno dei partiti ha per la città”.
Il candidato sindaco a Palermo toccherà a Forza Italia?
“Non c’è uno scacchiere così definito, Forza Italia alle ultime Regionali è stato il primo partito della coalizione ma dire che spetta a un partito anziché a un altro è riduttivo. Lo sceglieremo tutti insieme”.
Esclude che centristi e forzisti possano andare al voto da soli, lasciandovi con Lega e Fratelli d’Italia?
“Lo escludo, abbiamo siglato un patto di coalizione e la bussola è quella. La nostra visione della Sicilia è univoca, spaccarci sul capoluogo sarebbe sbagliato e negativo. Pensare che una parte della coalizione di centrodestra possa allontanarsi dalla Lega, da Fdi e da Db non sarebbe utile per nessuno, ci sarebbero strascichi negativi per gli appuntamenti elettorali successivi”.
Lei è stato già candidato sindaco nel 2012… lo rifarebbe nel 2022?
“La mia candidatura nel 2012 nacque per una prova identitaria del progetto di Fini, Futuro e Libertà: ottenemmo quasi il 10%. Ricandidarmi? A priori non escludo nulla, chiunque faccia politica amerebbe guidare la propria città ma ci sono tanti amici che potrebbero farlo bene. Non lo escludo, ma neanche mi propongo, le fughe in avanti non fanno per me”.
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10 Agosto 2020, 06:08