16 Gennaio 2024, 17:18
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PALERMO – La maggioranza va in crisi e quello che sembrava certo fino a ieri oggi non è accaduto. La votazione della rimodulazione sui 58 milioni dei fondi ex Gescal, presentata dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in Sala Martorana, non può che slittare a domani. Dei 26 componenti della coalizione a sostegno del primo cittadino erano solo 14 i presenti e sarebbero dovuti essere minimo 16. Le opposizioni hanno allora preso la palla al balzo decidendo di non presentarsi alla votazione dell’atto. Il presidente del consiglio comunale, Giulio Tantillo, non ha potuto fare altro che rinviare a domani la seduta quando il numero legale minimo richiesto salirà a 21. Assente in blocco la Dc, ma anche membri del gruppo del sindaco, della Lega e di Fratelli d’Italia.
Già durante la discussione erano nate le prime tensioni con le opposizioni che, dopo aver mosso numerose critiche, erano sul piede di guerra. Non hanno digerito che il primo cittadino e l’assessore alla Rigenerazione urbana, Maurizio Carta, siano andati via dopo neanche un’ora dall’inizio della seduta, subito dopo aver spiegato sommariamente gli interventi, per volare a Roma a causa di impegni istituzionali. Le minoranze hanno allora chiesto e ottenuto una sospensione di un’ora salvo poi decidere di non rientrare in Aula. Inutili i tentativi di fornire delucidazioni del dirigente dell’area Programmazione fondi extracomunali, Giuseppe Sacco, rimasto solo in Aula a parare i colpi di un’opposizione che era assetata di sangue.
Critiche di metodo e di merito che hanno accentuato le sempre maggiori tensioni all’interno di una maggioranza che, per la mancanza di due scranni, non ha potuto ratificare l’atto, che dovrà essere approvato comunque entro domani per non vanificare gli sforzi fatti da Comune e Regione. I presenti erano Antonio Abbate, Salvatore Alotta, Alessandro Anello, Leonardo Canto, Germana Canzoneri, Dario Chinnici, Giovanni Inzerillo, Caterina Meli, Leopoldo Piampiano, Natale Puma, Antonio Rini, Giulio Tantillo, Pasquale Terrani e Ottavio Zacco.
“Una maggioranza allo sbando non riesce a votare la delibera di ratifica per l’accordo con la Regione, per i 58milioni dei fondi Gescal – dichiara a caldo il capogruppo Pd Arcoleo -. Continuano le diatribe, tra le varie anime, della compagine di Lagalla. Non riescono a garantire nemmeno il numero legale a sedici componenti”. “Dei proclami del giorno prima, come quello di Rini, che davano per certo, il voto oggi in aula è rimasta solo aria fritta – rincara Arcoleo -. Alla mia affermazione sulla salute della maggioranza, il sindaco ha preferito non rispondere. Non ci resta che dire che il disastro era annunciato già alla vigilia delle elezioni nel 2022 quando un armata Brancaleone votò Lagalla. Povera Palermo”.
“Ancora una volta la maggioranza non garantisce la presenza in aula nonostante l’importanza dell’atto in discussione – dichiara Massimo Giaconia, capogruppo di Progetto Palermo -. Questa coalizione di centro destra, che ha vinto le elezioni amministrative del 2022 a Palermo, raggiungendo il 53,79% dei voti, ancora una volta ha dato dimostrazione di essere allo sbando, incapace di governare e amministrare la nostra Città”. “Anche atti così importanti diventano terra di contesa e scontro delle forze interne alla maggioranza, delle ambizioni politiche dei partiti che tengono sempre più sotto scacco la città – aggiunge Giaconia -. Tutto questo accade sotto gli occhi del Sindaco Lagalla che, mentendo pur sapendo di mentire, continua a voler far credere che può ancora contare su una maggioranza solida e coesa. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere”, conclude il capogruppo di Progetto Palermo
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16 Gennaio 2024, 17:18