Palermo abbraccia la Santuzza | Applausi per il sindaco Orlando

di

14 Luglio 2016, 20:58

5 min di lettura

PALERMO – Il miracolo della Santa, per le strade del Cassaro, è un miracolo di luce. La nuova peste, la crisi economica, per un istante si dissolve: sotto le luci della Cattedrale, dietro al carro che porta Rosalia in giro per le strade di Palermo, ci sono tutti. Ricchi e poveri, disoccupati, imprenditori e studenti, politici e gente comune. Per una sera, per un istante miracoloso, sono tutti lì, senza barriere sociali: seguono con gli occhi il volo degli acrobati, comprano babbaluci, festeggiano la patrona. Non c’è il sindaco e il pip, non c’è il senzacasa e il possidente: al cospetto della Santa, nel giorno della tradizione tutti sono uguali. Certo, Leoluca Orlando è lì, in prima fila. All’apice della festa, come usanza vuole, pronuncerà il canonico “viva Palermo e Santa Rosalia”, ma stasera anche lui è un cittadino senza l’aggettivo “primo”.

E per una sera, più che a Palermo, sembra di essere ad Abu Dhabi. Le luminarie hanno stilemi arabeggianti, di un blu intenso. È un Cassaro da ‘Le mille e una notte’ quello in cui va in scena il Festino. I balconi, lì, sono addobbati per lei, Rosalia. Secondo un’antica tradizione i residenti di corso Vittorio Emanuele rendevano omaggio alla Santuzza, al passaggio del carro, con fiori, drappi e lenzuola ricamate. E lo fanno ancora. Un Cassaro orientale per un festino in equilibrio tra passato e futuro, che scandisce il tempo della continuità attraverso la scelta di attori, coreografie sospese, danzatori acrobati, videomapping alla Cattedrale.

Un Festino per i palermitani e dei palermitani che segna il legame tra la comunità religiosa e la città delle culture. Tradizione e innovazione, per un’unica sera, tengono il passo a Rosalia per una lunga notte dedicata, anche, al centenario di Pitrè e all’itinerario arabo normanno. È al patrimonio Unesco che viene dedicato il 392esimo Festino. Uno spettacolo tra terra e cielo ha dato il benvenuto al carro, ideato quest’anno dallo scenografo Rudy Laurinavicius (che ha realizzato anche la nuova statua), insieme all’architetto Salvatore Lombardo.

A bordo, oltre alla Santa, anche il vescovo di Palermo Corrado Lorefice che, per la prima volta nella storia del Festino, resterà accanto al simulacro della Santuzza fino alla fine del corteo religioso. Sul carro anche sei turisti di altrettante nazionalità, dei migranti e gli ottoni del Conservatorio. Nel carro campeggia la scritta “W Rosalia”, mentre nelle pance laterali e ai quattro angoli ci sono quattro messaggi: “talia ‘n terra e cunta li stiddi”, “la virità la vinci li forzi”, “piccatu cunfissatu è menzu perdunatu”, “la verità voli diu chi ci dicissi”. Sindaco e vescovo sono saliti sul carro, accompagnati dal direttore artistico Lollo Franco, accolti da un lungo applauso. La notte è cadenzata dalla musica popolare. L’eco è mediterraneo. Il carro è trainato dai devoti di Santa Rosalia e da alcuni migranti. È la notte della trasversalità.

Articoli Correlati

“Questa festa, alla quale tutta la città partecipa, è un’occasione per far scoprire e conoscere Palermo, città dell’accoglienza, dove il diverso è un valore e dove i migranti sono cittadini a pieno titolo”, ha detto il sindaco Leoluca Orlando subito dopo il saluto alla Santuzza. Particolarmente emozionato il vescovo Lorefice, alla prima partecipazione al Festino. “Non posso non vivere questo festino in mezzo alla gente”, ha detto Lorefice. Secondo l’arcivescovo “momenti di convivialità come questo tirano fuori il fanciullino che è in noi. Ma possono anche momenti lasciare qualcosa, un messaggio che ognuno di noi può portare a casa. Penso all’incontro di questa mattina, con tutti i rappresentanti delle religioni. Un momento molto bello, un segno di speranza e un grande messaggio: se rimaniamo insieme è possibile costruire una città umana nel segno della pace e dell’accoglienza”.

Lorefice e Orlando hanno assistito, nel piazzale di Palazzo dei Normanni, allo spettacolo che ripercorre le vicende della Vergine. Per ‘Palermo è Rosalia’, tra teatro, danza, musica e acrobazie sul cielo di Palermo, Lando Buzzanca ha narrato la storia di Rosalia Sinibaldi, interpretata da Lorena Cacciatore, che quattrocento anni più tardi dalla sua morte salvò la città dalla peste. È alla fine delle acrobazie che è partito il carro trionfale, verso le quattro fermate. Cattedrale, Quattro Canti, Piazza Marina e Porta Felice. È uno dei festini più partecipati di sempre: quasi 350 mila palermitani hanno sfilato lungo il corteo, accompagnando la santa.

“Vestita” a festa la Cattedrale per il passaggio della Santuzza, con la facciata illuminata di viola, verde e blu, e le sagome in controluce di tre ballerine ad animare la grande cupola. E i balconi di corso Viittorio sono gremiti di gente, così come l’intero percorso del carro. Applausi scroscianti ai Quattro Canti per il sindaco Orlando al triplice grido “Viva Palermo e santa Rosalia”. Un grido ripetuto anche dal vescovo Corrado Lorefice che ha ricevuto in un lungo applauso l’affetto della città di Palermo. Sul carro anche una bambina con un mazzo di rose rosse che ha reso omaggio alla Santuzza. “Grazie alla città di Palermo per l’affetto che ci sta mostrando“, ha detto ai Quattro Canti Lollo Franco, direttore artistico della festa. “Il Festino appartiene al popolo, io l’ho fatto per voi, appartiene a voi e nessuno ve lo toglierà mai”. 

E mentre il carro sfilava verso le ultime due tappe, la notizia della strage a Nizza, dove un tir è piombato sulla folla che festeggiava l’anniversario della presa della Bastiglia falciando più di 80 persone, ha graffiato l’animo dei palermitani in festa. Un leggero ritardo del carro, così,sulla tabella di marcia. Dopo il passaggio da Piazza Marina, con altre coreografie aeree, è il momento dell’ultimo saluto alla santa patrona di Palermo. Quando il carro ha attraversato Porta Felice sono stati liberati al cielo centinaia di palloncini colorati. Poi, al Foro Italico, i tradizionali fuochi d’artificio per quasi 45 minuti. Giochi pirotecnici, peraltro, che sono stati accompagnati dalla musica classica, con pezzi di Strauss, Beethoven e Puccini. Alla masculiata, intorno alle 2 di notte, un grido liberatorio. Liberatorio e corale. Sull’eco di “Viva Santa Rosalia, viva” si è concluso il festino dei palermitani.

Pubblicato il

14 Luglio 2016, 20:58

Condividi sui social