20 Febbraio 2024, 18:50
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PALERMO – Tanta rabbia nell’assemblea indetta dalla Fp Cgil Palermo che si è svolta nella sede della Città metropolitana, in via Maqueda, per illustrare la piattaforma rivendicativa che giovedì 22 febbraio sarà portata all’incontro alle 9 presso la sede della dirigenza comunale e subito dopo, alle 12, alla riunione del consiglio comunale. Due appuntamenti ottenuti, alla vigilia dell’assemblea, dopo che da un anno la Fp Cgil Palermo chiedeva di sedersi a un tavolo con l’amministrazione. Uno dei temi, la fine del precariato.
“Oltre la metà dei 4.500 dipendenti comunali è ancora a 30 ora e questo è assurdo, perché le risorse ci sono e vanno utilizzate per portare i contratti a 36 ore – ha detto Saverio Cipriano, responsabile locale della Fp Cgil Palermo -. Il Comune, ancora, non rispetta il contratto in vigore dal primo aprile 2023, che prevede la riqualificazione dei profili come quello degli insegnanti delle scuole comunali. E un altro dato sconfortante è il buono pasto, a 5 euro quando in tutti gli altri enti è stato portato a 7 o a 8 euro. Perché alla Città Metropolitana è a 7 euro e a 50 metri, a palazzo delle Aquile, è fermo a 5 euro?. Il Comune torni a essere un luogo dove il lavoro è rispettato, dove i diritti vengono riconosciuti ai lavoratori e i contratti si applichino. Non demorderemo, sino a quando non si realizzano questi obiettivi”.
Per Luigi D’Antona, ex Lsu a 30 ore, responsabile aziendale per la Fp Cgil Palermo, l’amministrazione ha il compito di relazionarsi con i lavoratori. “Oggi qui sono rappresentati i dipendenti full time e tutte le categorie. Ci siamo tutti. Questo vuol dire che i diritti non sono garantiti: dai full time attesi da venti e trent’anni, alle progressioni verticali, dipendenti dei servizi. Più volte abbiamo detto che senza un piano strategico sul personale non si possono garantire servizi di qualità. E non si può ricorrere solo alle graduatori degli altri comuni per coprire i buchi, anziché assumere nuovo personale. Al Comune chiediamo anche che venga regolamentato lo straordinario elettorale ai dipendenti comunali. Lunedì la VII commissione ci ha convocato per questo”.
E ha aggiunto una lavoratrice, Marina Pagano: “Oggi 2mila persone rischiano di vedere il full time nel 2027, dopo aver vissuto 30 anni di assoluto abbandono. Il dipendente comunale non viene mai valorizzato e non solo economicamente ma anche professionalmente. Abbiamo vissuto anni di frustrazioni, di mansioni superiori per coprire le carenze di organico di questo Comune. E la parte politica ci disprezza come se non volessimo lavorare e d’altra parte ha bisogno di noi per portare avanti questa macchina comunale. E allora basta, vi dovete decidere: se noi siamo importanti per guidare la macchina è giusto avere quello che chiediamo, non la luna, ma quello che avremmo dovuto avere tanti anni fa”.
“Oggi abbiamo dovuto anche difendere il diritto a fare l’assemblea, che era stata messa in discussione – ha ribadito il segretario Cgil Palermo Dario Fazzese – il diritto all’applicazione dei contratti, il diritto al salario dignitoso, che significa ad avere un lavoro a tempio indeterminato che si incrocia a un altro diritto, quello dei cittadini ad avere servizi qualità. Essere qui importante dimostra che c’è un mondo del lavoro che vuole essere protagonista”.
“I lavoratori oggi sono qui per rivendicare il diritto al lavoro, a un lavoro dignitoso e per abbattere la precarietà – riassumono il segretario generale Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca e il segretario generale Fp Cgil Sicilia Gaetano Agliozzo – Giovedì ci sarà la seduta del consiglio comunale sui temi da noi proposti, vi invitiamo ad essere presenti e per chi non può essere in aula sosteremo davanti a palazzo delle Aquile”.
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20 Febbraio 2024, 18:50