17 Aprile 2017, 08:30
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PALERMO – Uno ha giocato per interno i 90’ contro il Bologna, nonostante le previsioni dal vigilia lo volessero in panchina per far posto al collega Josip Posavec fra i pali, l’altro invece ha disputato la maggior parte della ripresa sfiorando in più occasioni quella che poteva essere la rete decisiva servendo anche assist invitanti non sfruttati a dovere dai compagni di squadra. Per Andrea Fulignati e Simone Lo Faso il pari sofferto contro i rossoblù, nonostante la superiorità numerica dei rosanero per più di un’ora, ha avuto il sapore del riscatto per due elementi che durante questa stagione hanno vissuto più ai margini che da veri protagonisti un’annata assolutamente da dimenticare per il club di viale del Fante.
Il portiere toscano, chiamato in causa da Diego Lopez nella partita contro Roma, Cagliari e Milan ed alternato con Posavec senza particolari risultati, doveva dare una risposta concreta alla fiducia accordatagli anche da Bortoluzzi contro il Bologna. I dieci gol subiti in tre gare dall’empolese, che il destino ha voluto proprio fra i pali rosanero durante la corsa salvezza proprio sulla squadra della sua città, rappresentavano infatti una pesantissima spada di Damocle da cui era oggettivamente complicato riprendersi, alla luce poi della generale sfiducia da parte dell’ambiente nei confronti della squadra e la situazione di classifica che ormai vede i siciliani destinati tristemente ad una retrocessione in B. Nonostante questa pressione sulle spalle l’ex Trapani è però riuscito a ritrovare la concentrazione e la carica giusta da mettere in campo per sfoderare almeno due parate decisive su Di Francesco e Verdi.
Una prestazione convincente che farà guadagnare i galloni da titolare all’estremo difensore con tutta certezza anche nella trasferta dell’Olimpico contro la Lazio di Ciro Immobile. Una riconferma che, così come Fulignati, si è guadagnato anche Simone Lo Faso. L’attaccante classe ’98, prodotto del vivaio rosanero, con i guizzi messi in mostra nella ripresa contro i rossoblu ha avuto modo di dimostrare una volta di più quanto, in questo finale di stagione ormai segnato da una probabile retrocessione, la società abbia il dovere di lanciare giovani talenti in erba come quello del palermitano cresciuto sotto la gestione di Giovanni Bosi nella Primavera.
Diego Bortoluzzi, nonostante il poco tempo avuto a disposizione dal suo arrivo sulla panchina rosanero, ha compreso il potenziale del 19enne e senza esitazioni l’ha inserito, quando ancora mancava più di mezz’ora al termine del match, al posto di uno spento Norbert Balogh. Il tiro a rientrare col destro del numero 98, deviato dalla difesa bolognese e spentosi di un nulla sul fondo, e l’assist poco dopo sprecato clamorosamente da Diamanti sono il biglietto da visita che Lo Faso ha presentato al nuovo tecnico dunque in vista delle ultime sei sfide che possono dir poco per la salvezza ma tanto per la crescita di questi talenti del futuro.
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17 Aprile 2017, 08:30