Palermo, il silenzio di Amap sulle irregolarità e ora rischio paralisi - Live Sicilia

Palermo, il silenzio di Amap sulle irregolarità e ora rischio paralisi

Immagine di repertorio
Su cosa indagano i pm della Procura europea e i finanzieri

PALERMO – I vertici dell’Amap sapevano delle irregolarità e delle criticità, ma le avrebbero taciute. Un silenzio voluto, secondo l’accusa, per non perdere il finanziamento agevolato.

La Banca europea degli investimenti

Che più di qualcosa non funzionasse la Banca europea degli investimenti, che ha concesso il prestito a tasso agevolato, lo ha appreso dalla stampa. Ruota attorno a questo l’inchiesta della Procura europea che ieri ha portato al sequestro di 20 milioni di euro nei confronti della società che gestisce il servizio idrico a Palermo, per l’attuale manager Alessandro Di Martino, per il direttore generale Giuseppe Ragonese, e per l’ex amministratore unico Maria Prestigiacomo. Il maxi sequestro rischia di bloccare l’attività dell’ex municipalizzata. Le banche hanno bloccato i conti.

Il silenzio avrebbe coperto soprattutto l’inchiesta penale per lo sversamento dei fanghi di depurazione in mare, dalla borgata di Acqua dei Corsari, a Palermo, fino a Balestrate dove ci sono due depuratori della società.

Il commissariamento

L’inchiesta ha portato due anni fa al commissariamento giudiziale del settore depurazione e ad un processo approdato alla fase della udienza preliminare. I vertici dell’ex municipalizzata non avrebbero rispettato neppure le scadenze per comunicare gli stati di avanzamento dei lavori per cui era stato concesso il finanziamento. Un mutuo di 15 anni per migliorare servizi, infrastrutture, sistemi fognari e impianti di trattamento delle acque reflue, dei comuni dell’area metropolitana di Palermo.

Qualora la reale situazione fosse emersa il mutuo sarebbe stato revocato. Per evitarlo, secondo il giudice per le indagini preliminari Angela Lo Piparo, gli indagati avrebbero portato avanti una “condotta fraudolenta e omissiva”.

Il tutto riportato anche nel piano industriale allegato alla documentazione presentata alla Banca dove “si rimarca la particolare ‘attenzione all’ambiente – parte sostanziale dell’attività aziendale – mettendo in pratica azioni volte alla tutela dell’ecosistema, al rispetto di questa preziosa risorsa’ impedendo tra l’altro ‘che i reflui siano sversati tal quali nell’ambiente circostante”.

I pubblici ministeri europei Calogero Ferrara ed Amelia Luise, oltre al sequestro, avevano chiesto anche l’interdizione per un anno dai pubblici uffici. Richiesta che però il gip non ha accolto. Sulla base delle indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, “Amap non ha potuto presentare la prima relazione sullo stato di avanzamento del progetto nel termine del 15 gennaio 2019”. Lo avrebbe fatto nove mesi dopo nel novembre 2020 “limitandosi a mandare una mail”. Ed è ora che “venivano alla luce tutta una serie di gravi violazioni e di fatti sulla base di quanto disposto dal contratto di mutuo – tutti accertati nel periodo di esecuzione del progetto – che erano stati evidentemente dolosamente sottaciuti”.

Rischio paralisi

Adesso si guarda con apprensione alle vicende interne ad Amap. Sono stati bloccati i conti della società e con essi i pagamenti degli stipendi dei dipendenti e quelli per le forniture. Diverse imprese che eseguono lavori per conto dell’azienda hanno preannunciato che non potranno garantire la regolare esecuzione dei contratti. L’azienda ha informato il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta. A rischio ci sono i “servizi essenziali per i cittadini”.


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