23 Settembre 2019, 06:01
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PALERMO – Proroghe non rispettate, rami d’azienda ceduti, ritardi insostenibili: l’Anello ferroviario di Palermo è un gigante che dorme, e che il Comune e il gruppo D’Agostino costruzioni stanno tentando di svegliare. I cantieri del cerchio ferrato che dovrebbe ‘abbracciare’ il centro urbano hanno sempre avanzato a ritmi vicini allo stallo, per problemi ormai noti: uno è il continuo slittamento della data di consegna, originariamente fissata per il 2017; l’altro è la mancanza dei lavoratori necessari, secondo i sindacati mai stati sufficienti. Una storia interminabile il cui ultimo capitolo è ora nelle mani del gruppo campano, che acquisendo il relativo ramo aziendale della catanese Tecnis ne ha ereditato il ‘fardello’ dei lavori.
Il nuovo corso muove i primi passi: arrivano l’annuncio di un altro cantiere, dal 1° ottobre, e il cronoprogramma. Dal prossimo mese infatti il Comune chiuderà il tratto di via Emerico Amari accanto al teatro Politeama; lì le trivellazioni, che anticiperanno i lavori alla galleria, dureranno fino all’inizio di agosto 2020. Il Comune ha assicurato che per dimezzare i tempi dei lavori verrà raddoppiata la forza lavoro, e che il cantiere opererà in contemporanea a quello per il collettore fognario, così da chiudere il tratto una sola volta. Prevista a gennaio, invece, la consegna del tratto di via Amari compreso tra via Roma e via Principe di Scordia, mentre a luglio 2020 dovrebbe toccare a piazza Castelnuovo. Inoltre, dopo un lungo stop, sono ripresi anche i lavori in via Sicilia. In ogni caso, per vedere conclusa l’intera opera passeranno alcuni anni.
“Ora una svolta concreta, soprattutto sulla forza lavoro”, commentano Francesco Danese e Filippo Ancona della Filca Cisl per Palermo e Trapani. “Finora i cantieri realmente attivi sono stati due, al porto in forza maggiore e al Politeama in piccola parte, ma non sono decollati rispetto alle aspettative del cambio di gestione. Già dal 1° settembre i circa venti lavoratori dei cantieri di Palermo sono transitati tutti da Tecnis a D’Agostino – spiegano –, ma sono numeri bassissimi e si va troppo a rilento. Dal momento dell’acquisizione sono mancati segnali forti”.
“Rimangono due questioni importanti”, fa presente Piero Ceraulo della Fillea Cgil Palermo. “Si tratta del destino dei lavoratori a tempo determinato, che ci risulta non siano stati inclusi nell’assorbimento di inizio settembre, e dell’allargamento del bacino degli operai su Palermo in generale”. Per procedere a un ritmo soddisfacente, sostiene il segretario, i lavori necessiterebbero di almeno cento persone. “D’Agostino ha anche già definito i contratti con Rfi, quindi non c’è più nessun elemento ostativo, ci aspettiamo l’aumento della produttività”.
“Dalla nuova gestione ci aspettiamo una ripresa dei lavori che sia ad ampio raggio e su più fronti – dice Ignazio Baudo della Feneal Uil Palermo –. Tra i vari aspetti, è fondamentale l’aumento sensibile delle maestranze da impegnare, anche quelle che erano state impegnate con un contratto a tempo determinato ora scaduto”.
La chiusura dell’anello ferroviario era stata concepita in due fasi per una spesa di oltre 250 milioni di euro, con appalti e lavori a cura della Rete ferroviaria italiana e la committenza del Comune di Palermo. Lo riporta una relazione della Fit Cisl Sicilia sulle infrastrutture dell’Isola. Il report spiega che il primo lotto, dal costo tra i 100 e i 150 milioni, prevede il prolungamento della già esistente tratta fra la stazione Notarbartolo e la fermata Giachery; nasceranno la stazione Politeama e due nuove fermate sotterranee, al porto e in via Libertà. I sindacati stimano che “con un soggetto industriale valido i lavori potrebbero essere ultimati entro il 2021”, previsione confermata dalla recente proroga concessa a D’Agostino: al momento, per ultimare i lavori assegnati, il gruppo ha tempo fino a novembre 2021.
Il secondo lotto invece è praticamente una chimera: si tratta dell’effettiva chiusura dell’anello dalla futura stazione Politeama alla stazione Notarbartolo; il percorso dei binari dovrebbe passare sotto le vie Paolo Paternostro e Malaspina, con una fermata in galleria all’altezza della caserma ‘Di Maria’. L’opera è subordinata al completamento del primo lotto e risulta in fase preliminare.
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23 Settembre 2019, 06:01