26 Novembre 2018, 19:57
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PALERMO – Indagando sul Palermo Calcio sarebbe emerso anche uno “scambio di favori” per un incarico assegnato dalla sezione fallimentare del Tribunale.
I pubblici ministeri di Caltanissetta e i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria prima sono andati negli uffici del Palazzo di giustizia di Palermo e poi hanno fatto degli interrogatori. Non sono interessati soltanto alla vicenda del fallimento della società rosanero. Ascoltando alcune intercettazioni dell’inchiesta principale, infatti, si sarebbero imbattuti in un’altra vicenda che non riguarda le sorti del Palermo Calcio.
Di rivelazione di segreto d’ufficio è indagato Fabrizio Anfuso, il giudice per le indagini preliminari che aveva respinto la richiesta di arresto di Maurizio Zamparini. Secondo il Gip, alla luce delle dimissioni del patron friulano, non c’erano più esigenze cautelari. Anfuso avrebbe parlato con Giuseppe Sidoti, il giudice relatore del collegio che respinse la richiesta di fallimento, dei loro rispettivi fascicoli. Normale scambio di informazioni? Secondo l’accusa, si configurerebbe l’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio.
Sidoti è indagato pure per corruzione assieme a Maurizio Zamparini e all’ex presidente del Palermo Giovanni GIammarva: in cambio di una sentenza favorevole per il Palermo avrebbe ottenuto la nomina nell’organismo di vigilanza della società dell’avvocato Vincenza Palazzolo. Incarico che, però, sarebbe stato rifiutato dal legale che, invece, sarebbe stata nominata da Sidoti nella curatela di un fallimento. Il giudice avrebbe dovuto astenersi e per questo è indagato per abuso d’ufficio. Tra le altre utilità ottenute dal giudice ci sarebbero degli ingressi in tribuna autorità allo stadio e il favore di fare partecipare una scolaresca alle celebrazioni per il 23 maggio in memoria delle vittime di mafia, sfruttando parentela di Giammarva che è genero di Maria Falcone.
Una nuova inchiesta dunque, scuote gli uffici giudiziari palermitani dopo quella che ha travolto la sezione Misure di prevenzione e il suo presidente Silvana Saguto. Ora le attenzioni si concentrano sulla sezione fallimentare dove nei giorni in cui scoppiava lo scandalo Saguto veniva emessa una circolare per regolamentare l’assegnazione degli incarichi. Ancora una volta la competenza è dei pubblici ministeri di Caltanissetta a cui è toccato per due volte perquisire uffici e case di magistrati, avvocati e professionisti che lavorano a Palermo. I finanzieri hanno “visitato” pure la stanza del giudice Raffaella Vacca, che assieme a Sidoti e Giovanni D’Antoni, faceva parte del collegio che respinse l’istanza di fallimento della società rosanero, ma la vicenda che la riguarderebbe non è legata al Palermo Calcio.
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26 Novembre 2018, 19:57