PALERMO – Il vecchio padrino di Partinico, Francesco Rappa, è stato condannato a 20 anni di carcere. Dodici anni al suo braccio destro, Giacomo Palazzolo. Il primo ha 84 anni, il secondo 78. Il blitz della polizia nel 2023 fece emergere che la mafia della provincia guardava al passato, ai vecchi mafiosi capaci di mantenere i contatti con la Cosa Nostra americana.
La scelta per il nuovo capo sarebbe caduta su Rappa che ha trascorso in carcere una grossa fetta della sua esistenza. Già negli anni Settanta era inserito nei traffici di droga fra la Sicilia e gli Stati Uniti. In più è suocero del boss Francesco Nania, arrestato in America nel 2008, condannato per mafia, tornato in carcere nel 2018 e di nuovo condannato per il grande affare delle scommesse sportive targate Cosa Nostra.
Il vecchio padrino e gli americani
A bordo della macchina con cui Francesco Rappa era sbarcato dalla nave che lo aveva portato a New York furono trovati 81 chili di cocaina. Un reato per cui ha scontato 18 anni di detenzione. Negli anni Novanta emersero i suoi rapporti con i Madonia di Resuttana e soprattutto con Leonardo e Vito Vitale, potenti capimafia di Partinico. Arrivò così una nuova condanna a dodici anni, che ha finito di scontare il 13 novembre 2014.
Una volta libero sarebbe tornato in pista, dimostrando di potere sfruttare i rapporti con gli americani. In particolare, i Gambino di New York. Nella Grande Mela attualmente vive il figlio, Vito Gabriele Rappa, considerato il punto di riferimento oltreoceano.
In giro con il suo braccio destro
L’uomo ombra di Rappa sarebbe stato Palazzolo. Se ne andavano in giro insieme. Palazzolo avrebbe organizzato alcuni incontri con i parenti dei Vitale. Parlavano spesso di pizzo. Un venditore di materiale edile si era rifiutato di cedere alla richiesta estorsiva. Palazzolo voleva passare alle maniere forti: “Sarebbe cosa di farlo cacare addosso… ci vado e gli dico: ‘Dammi i soldi, dammi si soldi… u pizzu’”. Rappa avrebbe mandato Palazzolo in avanscoperta. D’altra parte quest’ultimo del suo capo diceva che era “troppo scottato” per via dei precedenti arresti e preferiva essere “delicato”. Nel senso di defilato, meglio non dare nell’occhio.
Lo scorso febbraio sono stati condannati gli imputati coinvolti nel blitz che hanno scelto il rito ordinario. Rappa e Palazzolo sono stati giudicati con il rito ordinario dal Tribunale che ha accolto le richieste del pubblico ministero Giovanni Antoci.

