26 Febbraio 2021, 09:02
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PALERMO – “Finali di Coppa Italia del ’74 e del ’76? Due ferite ancora aperte, sono stati i momenti più tristi della mia carriera da calciatore del Palermo“. A dirlo è Ignazio Arcoleo ex giocatore e allenatore del Palermo. Intervistato da Il Giornale di Sicilia, l’attuale insegnate di tecnica del Ribolla ha poi proseguito: “Sono diventato allenatore a Mazara. E dire che non ci volevo andare, giocavo ancora con la Reggina. Solo col miglioramento della tecnica individuale si migliora la squadra. A Trapani, ad esempio, lavorai tanto con Marco Materazzi che suo padre voleva si desse al basket. La Sicilia ha un serbatoio di giovani eccezionale, bisogna lavorarci con passione, occorre avere più coraggio e farli giocare“.
Da tecnico rosanero negli occhi dei tifosi il suo Palermo dei Picciotti: “Un grande orgoglio perché il Palermo non mi aveva ancora tenuto in considerazione come tecnico. Portai subito le mie idee e i giocatori palermitani che avevo avuto a Trapani come Vasari e Galeoto – ha raccontato Arcoleo -. La coesione del gruppo fu fondamentale. Volevo un calcio fatto di amore e sacrificio. Il messaggio fu recepito: partite come la vittoria sul Parma o contro il Vicenza non le dimenticherò mai”.
Sul Palermo di Boscaglia, infine Arcoleo ha concluso: “Contro il Catanzaro il Palermo non meritava assolutamente di perdere. Non so come andrà quest’anno, auguro a Mirri e alla squadra di fare un exploit nei play-off”.
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26 Febbraio 2021, 09:02