Palermo, Armao perde la causa: niente maxi parcelle da Amat Live Sicilia

Palermo, Armao perde la causa: niente maxi parcelle da Amat

L'assessore e avvocato sosteneva di vantare un credito da 1,2 milioni. Ci sarà l'appello

Alcuni crediti sono prescritti, altri non dovuti. Così ha stabilito il giudice della terza sezione civile del Tribunale di Palermo, Angela Notaro. L’assessore regionale all’Economia e avvocato Gaetano Armao, con un ricorso presentato nel 2019, chiedeva all’Amat il pagamento di parcelle per un milione e 200 mila euro (interessi inclusi). Ha perso la causa e dovrà pagare le spese legali, circa 25 mila euro. Si tratta di una sentenza di primo grado, dunque appellabile da parte di Armao. Armao in passato ha difeso l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Palermo in quattro giudizi dinanzi al Tar Sicilia e al Consiglio di Stato.

I soldi per la consulenza

Chiedeva inoltre i soldi per la consulenza che gli era stata assegnata nel 2005 per supportare il responsabile unico del procedimento nella procedura di appalto per la realizzazione del tram. Per questa vicenda Armao riteneva di vantare un credito di circa 600.000 euro. Secondo il Tribunale però, superando il tetto massimo di 100.000 euro, l’assegnazione dell’incarico doveva passare passare da un avviso pubblico. Un modus operandi censurato dall’Anac, l’autorità anti corruzione. La delibera, dunque, è stata dichiarata nulla dal giudice e con essa anche i pagamenti. Anche perché, si legge nella sentenza, il disciplinare di incarico prevedeva l’assistenza di Armao fino al collaudo dell’opera avvenuta nel 2015. Ed invece le sue attività giudiziali si sono concluse nel 2008. Sulle parcelle per le cause sarebbe intervenuta la prescrizione. Sono trascorsi più 10 anni dalla conclusione dei giudizi. Armao aveva presentato alcuni documenti, ma secondo il giudice non servono a interrompere la prescrizione. Altri ancora sarebbero troppo generici nella determinazione della cifra. Il giudice ha dato ragione all’Amat, assistita in giudizio dall’avvocato Giovanni Puntarello.

Il legale, coadiuvato dall’avvocato Sabrina causa, esprime “profonda soddisfazione per l’esito del giudizio, tenuto conto che le pretese del professore avvocato Gaetano Armano rischiavano di mettere in serio rischio il bilancio di Amat. Abbiamo evidenziato come l’incarico assegnato ad Armao si sostanziasse in un vero e proprio appalto di servizi, non essendosi limitato a difendere l’Amat nei procedimenti giudiziali ma avendo anche presto supporto specialistico al Rup. In considerazione di ciò, l’affidamento dell’incarico sarebbe dovuto intervenire a seguito di apposita procedura di evidenza pubblica che nel caso di specie non era mai stata espletata, poiché Armao aveva ricevuto un incarico diretto. Inoltre tutte le pretese risultavano oramai prescritte e non erano state fornite prove giudiziali dell’attività per cui richiedeva il pagamento. Con l’ordinanza il Tribunale di Palermo ha sancito l’illegittimità della procedura di affidamento dell’incarico ad Armao, stabilendo che nulla fosse dovuto allo stesso e evidenziando come tutte le ulteriori tesi del difensore di Amat risultassero fondate”.

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