21 Giugno 2023, 05:45
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PALERMO – “Allora questa signora è di San Cipirello”; “Che è cecità?”; “No… accompagnamento, spicciati e me la chiudi, accussì ti buschi (ti guadagni ndr) gli altri”; “Quanto gli dobbiamo dare?”; “L’accompagnamento e la 104”. In una delle tante conversazioni fra il medico dell’Asp Agostino Genova e Piera Di Fiore c’è la chiave dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di sei persone.
Sono centinaia le pratiche sotto inchiesta. Alcune sono state agevolate nei tempi, altre costruite a tavolino per garantire indennizzi a persone che non ne avevano diritto. Molti nomi sono già noti ai finanzieri. Ci sono dei casi di finti ciechi smascherati, ma si dovrà fare un lungo lavoro di verifica visto che li stesso Genova ammetteva che le cose andavano avanti alla sua maniera da 40 anni e nessuno lo aveva “smascherato”.
Una cosa appare certa sin d’ora. Genova aveva trovato il modo di buggare il sistema per caricare le pratiche prima all’Asp e poi a all’Inps. Sono stati gli impiegati dell’Istituto nazionale di previdenza sociale ad accorgersi, ad esempio, che un giorno di luglio, fra le ore 18:17 e le ore 19:18 (quindi nell’arco di appena un’ora), il presidente della Commissione medica Integrata dell’Asp di Palermo, e cioè lo stesso Genova, ha modificato 17 pratiche, sostituendo la visita domiciliare a quella collegiale, per poi emettere i relativi verbali di invalidità civile da lui sottoscritti digitalmente. Senza che la Commissione ne sapesse alcunché. Troppo facile, ma è accaduto. Genova avrebbe gestito indisturbato il mercato delle invalidità nella ridotta di via Gaetano La Loggia.
Erano tre i canali attraverso cui arrivavano le pratiche a Genova: il Caf di San Giuseppe Jato (gestito da Calogero Randazzo e Piera Di Fiore), quelli del medico Rosario Cammalleri e del venezuelano Carlos Battaglia. Ogni tanto qualche spia si è accesa. Alcune persone sono state convocate per una visita di controllo direttamente all’Inps. Un rischio calcolato.
Ad esempio nel caso di un giovane obeso bisognava dimostrare che non fosse in grado di deambulare autonomamente. Serviva un’ambulanza per la sceneggiata. Di Fiore telefonava alla “Croce siciliana” della famiglia Trinca: “Ascolti siccome c’è un ragazzo obeso da portare all’Inps perché lo hanno chiamata a revisione da via Gaetano La Loggia e ora lo vogliono all’Inps, però io glielo voglio portare con l’ambulanza… ma l’ambulanza non deve venie sul luogo e tipo venti metri prima dell’Inps venti metri prima dell’Inps allora loro si fermano lì con l’ambulanza e i medici escono e lo vedono nell’ambulanza”.
E per dare un tocco di credibilità in più, diceva la donna, “io ce lo devo fare andare con un medico non da solo perché se lo mangiano i leoni invece accompagnato della figura del medico quello se lo va a discutere”. Il nome del medico è citato negli atti giudiziari, così come quello dei tanti soggetti che hanno goduto della corsia preferenziale di Genova. Tutti gli altri hanno atteso a lungo. Gente che aveva e ha diritto a pensione, accompagnamento e agevolazioni della legge 104. Persone che si mettono in fila e attendono un turno mentre per altri è bastato l’aiutino per vedersi approvare la pratica in una notte.
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21 Giugno 2023, 05:45