Palermo, i soldi per lo Zen nelle tasche dei funzionari: 3 arresti

Palermo, i soldi per lo Zen nelle tasche dei funzionari: 3 arresti

Blitz all'Istituto autonomo case popolari. "Patto sporco" con gli imprenditori

PALERMO – I soldi dovevano essere spesi per le case dello Zen ed invece sarebbero finiti nelle tasche di tre funzionari dell’Istituto autonomo case popolari di Palermo. Poi è arrivata la denuncia di un imprenditore a fare saltare il banco.

In tre sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale che per la prima volta in Italia hanno lavorato d’intesa con la Procuratori europea. Si tratta dell’architetto Mario Palumbo, direttore dei lavori del cantiere, del responsabile dell’area tecnica ed amministrativa del patrimonio dello Iacp Rosario Zummo e del geometra Roberto Federico.

Il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha accolto la richiesta dei procuratori Calogero Ferrara e Amelia Luise.

Ai funzionari finiti ai domiciliari viene contestato il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Il finanziamento, fra fondi statali ed europei, era di un milione e mezzo di euro.

Soldi che dovevano servire per migliorare le malandate palazzine del rione Zen nell’ambito del progetto “Riqualificazione urbana, infrastrutture e sicurezza della città di Palermo”, finanziato dal fondo europeo per lo sviluppo e la coesione.

Ed invece allo Iacp sarebbe stato creato “un unitario centro di interessi formato da professionisti privati e pubblici funzionari”. I lavori sono stati eseguiti solo sulla carta. Gli imprenditori edili avrebbero subito una “concussione ambientale” partecipando al patto sporco. E i padiglioni dello Zen sarebbero rimasti fatiscenti. Altro che riqualificazione.


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