04 Luglio 2022, 16:02
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PALERMO – Il branco si muoveva armato di spranghe e bottiglie rotte. Nella vetrina del centro storico Palermo mette in mostra la sua bellezza e le sue contraddizioni.
La zona dal Teatro Massimo e da Porta Nuova fino ai Quattro canti è il simbolo del riscatto, ma anche della difficoltà di mantenere l’ordine. C’è stata un’esplosione di frequentatori e attività commerciali che si fatica a gestire.
In questo contesto si muovono bande di ragazzi. Undici di loro sono stati identificati dai poliziotti. Alcuni sono appena maggiorenni (in sei sono stati arrestati), altri hanno 14 anni o poco più. Altri ancora sono da identificare, tra cui anche una ragazza. Sono figli di immigrati e palermitani.
Sono i protagonisti di quella che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni definisce “una sfida a dimostrare il proprio valore in una insensata aggressione scaturita come arrogante reazioni alle giuste rimostranze delle persone offese e caratterizzata da un grado di prepotenza e violenza senza freni”.
Volevano solo sfogare “il proprio impulso antisociale” quando hanno preso a botte dei coetanei o quando si sono scagliati contro un poliziotto che ha dovuto sparare un colpo di pistola in aria per disperdere il branco.
Il racconto delle vittime obbliga a confrontarsi con il lato violento della città. “Mentre stavo per uscire mi sentivo colpire da un colpo di casco alla nuca e poi una serie di violenti percosse, calci e pugni, ho perso conoscenza”, ha raccontato un ragazzino. “Basta, basta, scusa ce ne stiamo andando”, urlava nella speranza di convincere gli aggressori a mollare la presa.
Un altro minorenne racconta di avere cercato rifugio dentro un locale ma “il proprietario spingendomi mi faceva uscire… diceva te ne devi andare qua ci dobbiamo buscare il pane”. Nel frattempo aveva visto gli aggressori “recuperare dai cestini dell’immondizia delle bottiglie di birra Moretti rotte per poterle scagliare contro di noi”.
Assieme a un amico “fuggivamo in direzione di Piazza Verdi”. Gli aggressori erano piazzati agli angoli della piazza, “trovavamo un rifugio in corrispondenza di una pattuglia dei vigili urbani”.
Ad un coetaneo è andata peggio nella zona della moschea, tra via Maqueda e corso Vittorio Emanuele: “Tentavo di ripararmi con le braccia dai pugni e fuggivo terrorizzato, cadevo per terra ricevo dei calci, mi alzavo, correvo, uno degli inseguitori mi raggiungeva e mi prendeva a pugni, aveva 15-16 anni, di origini magrebine, aveva una spranga”.
Nel frattempo sono arrivati i rinforzi: “Ero a terra sopraffatto da circa dieci persone, una di loro mi strappava con violenza la collanina d’oro con un piccolo crocifisso che avevo al collo. Grazie all’aiuto di un buttafuori il gruppo si allontanava”.
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04 Luglio 2022, 16:02