Palermo, auto di lusso rubate e rivendute: in 37 a giudizio

Palermo, auto di lusso rubate e rivendute: in 37 a giudizio NOMI

Le indagini sono partite da un profilo Facebook

PALERMO- Tutti rinviati a giudizio. Sarà un maxi processo con 37 imputati. Avrebbero organizzato un giro di truffe su auto di lusso rubate a Napoli, risarcite dall’assicurazione e rivendute a Palermo con targhe nuove. Un affare milionario.

I 37 imputati

Il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello ha rinviato a giudizio Giuseppe Lo Casto, 56 anni, ex carabiniere in servizio alla stazione Palermo Scalo, Fabrizio La Mantia, 43 anni, poliziotto della questura di Palermo, Gaetano Pitarresi, 36 anni, Ivan De Luca, 37 anni, Matteo Cavallaro, 58 anni, Giovanna Cascino, 34 anni, Antonino Sardina, 61 anni, Calogero Caruso, 37 anni, Giuseppe Cangemi, 59 anni, Salvatore Marchione, 64 anni, Salvatore Piazzese, 30 anni, Benedetto Piazzese, 35 anni Pietro Trapani, 52 anni, Simone Sanfilippo, 48 anni, Giuseppe Amico, 34 anni, Massimo Badagliacco, 50 anni, Vincenzo Castronovo, 23 anni, Marzia Dallari, 29 anni, Pietro Di Marco, 62 anni, Calogero Frisco, 45 anni, Michela La Bua, 33 anni, Maria Federica La Bua, 29 anni, Maria Carmela Megna, 40 anni, Rosalia Napoli, 56 anni, Salvatore Patinella, 36 anni, Concetta Presti, 54 anni, Alberto Prisco, 42 anni, Andrea Puntaloro, 62 anni, Salvatore Puntaloro, 39 anni, Vito Riccobono, 39 anni, Daniela Romeo, 39 anni, Veronica Scafidi, 32 anni, Giovanni Stemma, 24 anni, Fedele Valenti, 43 anni, Luca Ferrara, 48 anni, Laura Disca, 48 anni, Cristian Salerno, 27 anni.

Le accuse

Sono accusati a vario titolo di falso in atto pubblico, ricettazione, simulazione di reato e truffa. La prima udienza è prevista a marzo del prossimo anno. Le indagini sono partite dall’analisi di un profilo Facebook denominato “il cornuto di Palermo”. Decriptando le conversazioni i carabinieri si sono accorti che si parlava di riciclaggio di autovetture rubate a Napoli e trasportate a Palermo. Dietro i nickname si celavano Gaetano Cangemi e Giuseppe Lo Casto, che sono finiti sotto intercettazione.

Ferrari, Porsche, Range Rover e Audi

Ferrari, Porsche, Range Rover e Audi i marchi preferiti. Le auto erano intestate a delle “teste di legno” e, dopo averle assicurate, anche con l’utilizzo di sistema satellitare per sviare i sospetti delle compagnie assicurative, ne simulavano il furto regolarmente denunciato alle forze di polizia e alle compagnie assicuratrici per la riscossione del risarcimento.

Al centro dell’attività un parcheggio che i Cangemi si erano ricavati abusivamente al Foro Italico di Palermo. Il ruolo del carabiniere e del poliziotto coinvolti sarebbe stato quello di inserire nella banca dati delle forze dell’ordine la denuncia di ritrovamento dei veicoli presentata da una donna poi risultata inesistente. Tra le denunce di furto e il ritrovamento della vettura, le agenzie assicurative avevano già pagato l’indennizzo. Poi si andava alle agenzie disbrigo pratiche dove le macchine venivano immatricolate con nuove targhe e nuovi documenti e rivendute una seconda volta come nuove.


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