23 Giugno 2018, 16:12
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PALERMO – Internet point, gelaterie, call center. Gli sportelli automatici per il prelievo internazionale di soldi in contanti sono ormai arrivati ovunque, attività del centro storico palermitano comprese. Sono però scattate anche le “trappole”, che si concretizzano con la collocazione di “skimmer” per clonare le carte di credito: per molti utenti, la comodità di prelevare il denaro è diventata un incubo nelle ultime settimane, durante le quali tre Atm sono stati manomessi. Il primo in via Maqueda.
Nella principale arteria del percorso arabo-normanno, presa d’assalto dai turisti, qualcuno ha inserito l’apparecchio nello sportello automatico che si trova all’esterno di un call center gestito da un bengalese. A rilevare la manomissione, il personale della Sicurtransport che ha permesso alle forze dell’ordine di accertare la presenza dell’apparecchio, poi sequestrato.
Stesso iter in un internet point di corso Vittorio Emanuele, a pochi metri dalla Cattedrale e, soltanto pochi giorni fa, allo sportello automatico di una gelateria non distante dai Quattro Canti. Chi è entrato in azione ha approfittato della grande affluenza di visitatori in centro, prevedendo il maggiore utilizzo dei tradizionali sportelli bancomat e di quelli che, più recentemente, le attività su strada hanno messo a disposizione degli utenti. Una brutta sorpresa per chi ha prelevato in uno degli Atm finiti nel mirino, visto che lo skimmer è uno degli apparecchi più utilizzati per duplicare le carte: si tratta di un lettore che cattura i dati della banda magnetica con la semplice “strisciata”.
Ma come funziona lo skimmer? Non ha una forma standard può essere piccolo quanto un pacchetto di sigarette, oppure di dimensioni più grandi, ed auto-alimentato con batteria. Può arrivare ad immagazzinare, tramite una memoria eprom, diverse decine di bande magnetiche. Viene poi collegato ad un pc, munito di un programma di gestione per bande magnetiche, con il quale si trascrivono i dati, presi illecitamente, su una carta vergine con le caratteristiche di una carta di credito/bancomat.
“Per ottenere il codice pin, che non è in alcun modo ricavabile dalla banda magnetica – spiega la polizia – i truffatori utilizzano generalmente una microtelecamera nascosta, che filma la sequenza digitata dal proprietario della carta”. E in effetti, tra le apparecchiature sequestrate negli ultimi giorni a Palermo, c’erano anche delle micro telecamere, le quali avrebbero immortalato una quantità di codici ancora da accertare. Nel capoluogo siciliano, come nel resto d’Italia, la maggior parte di “totem bancari” collocati nelle attività commerciali, sono distribuiti e gestiti dalla “Euronet Worldwide”, società americana la cui filiale italiana è autorizzata e vigilata regolarmente dalla Banca d’Italia.
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23 Giugno 2018, 16:12