21 Giugno 2013, 20:25
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PALERMO – Alcune fatture sarebbero state gonfiate, altre addirittura avrebbero certificato operazioni inesistenti. E così, secondo l’accusa, anche un ex dirigente del Palermo calcio sarebbe finito nel calderone del sistema Giacchetto. L’ex amministratore delegato della società rosanero, Rinaldo Sagramola, avrebbe strizzato l’occhio a Faustino Giacchetto. Ed è finito nel registro degli indagati.
I pubblici ministeri sintetizzano il meccanismo: il Ciapi avrebbe comprato spazi pubblicitari allo stadio Barbera e sul sito ufficiale della squadra rosanero fatturando a cifre superiori – le fatture contestate sono due da 36 mila euro ciascuno – a quelle realmente sborsate. E poi, ci sarebbe un pagamento da 28 mila euro per uno spazio pubblicitario “fantasma”. I soldi delle sovraffatturazioni sarebbero serviti per pagare abbonamenti e biglietti, tutti in tribuna, che Giachetto regalava ad amici, politici e burocrati regionali. Il 25 ottobre 2012 l’amministratore delegato del Palermo calcio è Pietro Lo Monaco. Il dirigente arrivato da Catania non ha ancora rotto con il presidente Maurizio Zamparini. I finanzieri gli chiedono notizie sui rapporti commerciali avuti dal 2007 con il Ciapi, la Open Space, la Sicily comunication srl e la Media Center & Management srl. Sono le società che Giacchetto avrebbe gestito, formalmente o di fatto. Lo Monaco non può rispondere. È arrivato da poco. Prima la gestione amministrativa era affidata a Rinaldo Sagramola. Lo Monaco incarica i suoi collaboratori di fare una ricerca e tirano fuori una dozzina di fatture per l’affitto di spazi pubblicitari all’interno dello stadio Barbera.
Vengono sentiti come testimoni alcuni dipendenti della società di viale del Fante. Tra questi, Gaetano Castano, collaboratore storico in casa rosanero, che dichiara: “Qualche anno fa ho conosciuto Giacchetto negli uffici di Rinaldo Sagramola. In quell’occasione mi disse che avrei dovuto emettere tutta una serie di abbonamenti e biglietti omaggio… un Massimo, di Open Space, in diverse occasioni è venuto nel mio ufficio a ritirare i titoli di ingresso. Sagramola mi disse che il rilascio di questi titoli omaggio rientravano in un non meglio definito accordo commerciale-pubblicitario con un nostro cliente. Ricordo che, soprattutto negli anni 2008 e 2009, i titoli erano decisamente cospicui mentre negli ultimi anni il numero è decisamente diminuito. Nella stagione 2011/2012, Giacchetto acquistò alcuni abbonamenti mandandomi un assegno con tale Massimo”.
Qualche giorno dopo i finanzieri convocano Sagramola, il quale spiega che “attraverso Fausto Giacchetto il Ciapi commissionò all’Us Città di Palermo degli spazi pubblicitari a bordo campo o sul sito ufficiale. Giacchetto si presentò come un responsabile dei piani di comunicazione del Ciapi”. E conferma la storia dei biglietti: “Giacchetto era un soggetto che acquistava spazi pubblicitari e per tale motivo, quando chiedeva degli abbonamenti-biglietti omaggio, glieli accordavo… speravo che, con il tempo, questi investimenti pubblicitari promossi dal Giacchetto per conto di diversi enti pubblici aumentassero ma, purtroppo, non fu così”. Gli investigatori non ci vedono chiaro. I conti non tornano: a fronte di fatture emesse dal Palermo Calcio al Ciapi per 217 mila euro, la società ha rilasciato ingressi omaggio per 250 mila euro. Sagramola taglia corto: “Non c’è una correlazione e contestualità tra ordini Ciapi e tagliandi omaggio dati al Giacchetto”. Poi, gli mostrano le due fatture in favore della Media Center & Management e della Media Consulting, società che Sagramola dice di non conoscere.
Una versione che dagli inquirenti non viene considerata credibile. Quelle fatture, secondo l’accusa, erano fasulle perché, si legge nella misura cautelare che ha portato all’arresto di 17 persone, “tra i soggetti economici titolari dei rapporti cartolarmente documentati non c’è un qualsivoglia accordo (ordine, contratto, etc.) o corrispondenza. Non è stata rinvenuta documentazione (stampe, reportistica etc.) utile a dimostrare l’effettività delle forniture”.
Poi, si sono aggiunte le dichiarazioni di Sergio Colli, legale rappresentante della Media Consulting, a chiudere il cerchio investigativo: è stato lui a raccontare di avere pagato “una fattura nel 2010 emessa dall’Us Città di Palermo per 30.000 euro (IVA esclusa) a fronte di una sponsorizzazione sul loro sito che non è mai stata fatta. Il pagamento è servito a saldare delle spese per l’acquisto di tagliandi-abbonamenti per l’ingresso allo stadio Renzo Barbera”. E chi sarebbero stati i beneficiari degli ingressi? “L’avvocato Francesco Riggio, i suoi figli e i fratelli, Francesco Scoma e il figlio, il professor Lo Nigro, Carmelo Bellissimo del Ciapi”. A cui si aggiungono le persone che sarebbero state segnalate, almeno così sostiene Massimo Roccella, collaboratore di Giacchetto, da Rino Lo Nigro, Felice Crosta, Francesco Cascio, Luigi Gentile, Carmelo Incardona, Gerlando Inzerillo e Gaspare Vitrano.
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21 Giugno 2013, 20:25