Palermo: l'operaio forestale, l'ambulante, il bracciante e la droga

L’operaio forestale, l’ambulante, il bracciante e la montagna di droga

Marijuana per 16 milioni di euro

PALERMO – “Erba” per sedici milioni di euro. Una quantità enorme, quella scoperta nella piantagione di Riesim nel Nisseno. Per piazzarla la banda non poteva non avere gli agganci giusti. E sono probabilmente agganci internazionali.

Il blitz dei carabinieri di Caltanissetta – 11 le persone arrestate – sabato scorso ha fatto emergere l’esistenza di un asse della droga fra palermitani e nisseni. Nelle campagne di Riesi erano state coltivate ventimila piante di cannabis, nascoste in un vigneto. La piantagione veniva sorvegliava 24 ore su 24.

Una volta cresciute, essiccate e lavorate le piante avrebbero prodotto una montagna di marijuana. Ed ecco il cuore delle prossime indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Non ci si improvvisa e non si rischiano i soldi dell’investimento se non si ha la certezza di potere piazzare la droga.

Si guarda soprattutto ai ruoli dei quattro uomini arrestati con l’accusa di essere al vertice dell’organizzazione.

Sono Salvatore Cutaia, operaio della forestale, Alessandro La Marca, produttore di mandorle e albicocche; Gaetano Cordova, venditore ambulante e il bracciante agricolo Salvatore Martini.

I primi due sono originari della provincia di Caltanissetta, gli altri sono palermitani. Hanno tutti precedenti penali per stupefacenti, tranne l’incensurato La Marca.

L’ipotesi è che il grosso della droga fosse destinato al mercato estero. Nella fedina penale di alcuni degli indagati ci sono contatti con i mercati dei paesi balcanici. Dai Balcani, probabilmente, la montagna di droga doveva invadere l’Europa.


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