Cronaca

I cellulari della droga sequestrati al pentito: 800 numeri di clienti e pusher

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05 Dicembre 2024, 18:53

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PALERMO – I cellulari della droga erano bollenti. Un continuo scambio di chiamate e messaggi per concordare ordinazioni e consegne a domicilio. I telefonini ora sono nelle mani degli investigatori che stanno mappando il giro di affari partendo dai numeri dei pusher e dei clienti rimasti in memoria.

I cellulari sono stati sequestrati ad Alessandro La Dolcetta che ha deciso di collaborare con la giustizia. Non aveva una stabile piazza di spaccio, ma si muoveva “in tutta Palermo, anche a Mondello, Sferracavallo, nelle periferie”.

Si riforniva dove gli conveniva “a livello quantitativo e di prezzo”. Andò avanti così per un po’ fino a quando “dopo un anno è intervenuto il mandamento della Noce che però è stato bloccato”. I boss della Noce pretendevano una percentuale, ma la “competenza” era di Porta Nuova.

“A livello mafioso loro non sapevano che spacciavo e quando lo hanno saputo – ha spiegato La Dolcetta ai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – sono intervenuti perché volevano che la comprassi da loro”.

In particolare “a luglio 2022 il ragazzo che lavorava con me, Gaspare Aruta, mi ha chiamato per dirmi che c’era un tunisino che voleva parlare con me, viene chiamato Valentino e abita in via Regina Bianca (una strada del quartiere Zisa)”.

“Una persona malata di mafia”

Ecco irrompere sulla scena Francesco Zappulla, arrestato in un recente blitz, che La Dolcetta ha descritto come “persona molto forte e malata di mafia, si sente il boss assoluto e usa molto le mani”. Gli uomini di Porta Nuova avrebbero imposto allo spacciatore l’acquisto di cocaina ad un prezzo maggiorato: 48 mila euro al chilo.

A quel punto La Dolcetta avrebbe cercato di correre ai ripari ottenendo un incontro con chi stava più in alto nella gerarchia, Gaspare Rizzuto: “Ho avuto un contatto diretto con Rizzuto che era agli arresti domiciliari, abbiamo parlato nel salotto lui ha il braccialetto elettronico e parlava senza fare nomi e a bassa voce”.

Se La Dolcetta non voleva avere problemi con Zappulla “dovevo fare riferimento tramite lui” a “Filippo Maniscalco” che il collaboratore ha indicato come componente dello stesso gruppo di Gaspare Rizzuto, Giuseppe Campisi, Stefano Comandè e del boss Giuseppe Auteri.

I clienti e i cellulari della droga

Sul sistema dello spaccio La Dolcetta ha fornito importanti spunti investigativi. Ha parlato dell’esistenza di più telefoni, di cui ha fornito i codici di sblocco. Il suo ultimo fornitore palermitano – nel verbale c’è il nome – aveva un iPhone 8 ed era collegato con fornitori calabresi e campani che gli mandavano fotografie e prezzi della droga. Usavano un sistema che cancellava i messaggi automaticamente. Il cellulare ogni sei mesi veniva sostituito.

“Ottocento numeri di clienti”

La Dolcetta aveva quattro cellulari che ora sono in mano agli inquirenti. Uno in particolare, ha messo a verbale, “contiene circa 800 numeri di potenziali clienti, avvocati, dottori… dal telefono si evince tutto quello che erano gli appuntamenti che avevamo… poi qualcuno mi scriveva la quantità di cocaina che gli serviva…”.

Alcuni messaggi contengono le ordinazioni per uso personale dei clienti, ma ci sono quantitativi maggiori che fanno ipotizzare ulteriori cessioni. A La Dolcetta si rivolgevano consumatori che a loro volta rifornivano piccoli giri riservati in una città dove i consumi di cocaina sono alle stelle.

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05 Dicembre 2024, 18:53

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