Palermo, 5 euro al bombolaro: boss assolto dall'estorsione

Cinque euro al bombolaro, il boss assolto dall’estorsione stracciona

Erano i soldi della cauzione che il mafioso non volle pagare

PALERMO – Il fatto non sussiste. Il boss di Borgetto, Nicolò Salto, non commise la più arrogante ma stracciona delle estorsioni. Cinque euro per la caparra di una bombola di gas.

Salto è stato il reggente della famiglia mafiosa del paese in provincia di Palermo che ha attraversato anni di piombo e sangue. Nelle strade si contavano i morti ammazzati. Lo stesso Salto, oggi settantenne, rischiò di morire crivellato da quattro copi di calibro 9. Condannato per mafia una prima volta, scarcerato per fine pena e arrestato di nuovo.

Una mattina di febbraio 2023 suonarono al campanello di casa. “Bombola”, disse l’addetto alla consegna. Per installarne una nuova senza consegnare quella vuota bisognava pagare una cauzione di cinque euro. “Devo pagare la cauzione? Ma tu lo sai chi sono io?… ma il tuo titolare è messo a posto? Ora ci penso io, non ti preoccupare”, avrebbe detto il boss che si muove con l’aiuto di una stampella per le conseguenze dell’agguato del 2008.

Nella Sicilia del pizzo e dei silenzi, quella volta l’episodio fu denunciato. Oggi l’assoluzione decisa dalla seconda sezione del Tribunale, presieduta da Roberto Murgia, che ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Vincenzo Giambruno. La Procura aveva chiesto la condanna a tre anni e mezzo, il minimo considerate pure le aggravanti contestate.


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