29 Maggio 2017, 08:30
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PALERMO – Si chiude un cerchio. Dal 29 maggio 2004 al 29 maggio 2017. Ovvero, dal punto più alto a quello più basso dell’esperienza di Maurizio Zamparini alla guida del Palermo. Tredici anni fa la città si addormentava ubriaca di gioia dopo aver riconquistato il paradiso del calcio nazionale a distanza di 31 anni dall’ultima volta. Oggi si sveglia con l’amaro in bocca per averlo perduto. Primo giorno senza serie A, sipario appena calato su una stagione sportivamente tragica. La gara con l’Empoli ha posto fine a uno strazio durato 38 partite: giusto lo spazio per conoscere e salutare cinque allenatori, tre direttori sportivi e assistere a un’infinità di sconfitte e delusioni che hanno finito per segnare un solco netto tra tifoseria e squadra. L’amore che si tramuta in disappunto quindi in amarezza e infine in rassegnazione, sino a rasentare il disinteresse. Fine dei giochi, ora è il momento di voltare pagina.
Il campionato è terminato ma, in realtà, è proprio adesso che entra nel vivo la partita più importante di questo spezzone di storia a tinte rosanero. Il proliferare di parole, annunci, smentite, comunicati e contro comunicati ora, fatalmente, andrà incontro al finale di una storia iniziata a cavallo tra febbraio e marzo. Le alternative sono due: cambio di proprietà o continuità rispetto al passato. L’istinto induce la piazza a sostenere le ragioni della novità, del closing, dell’avvicendamento tra un presente che probabilmente è andato oltre ogni logica e naturale data di scadenza e un futuro tutto da decifrare. La ragione attende di sapere, di scoprire, di capire. In mezzo, il derby fratricida e senza vincitori tra ottimisti e complottisti. Entro pochi giorni o, nella peggiore delle ipotesi, non oltre la prima decade di giugno, si dovrà mettere un punto a una telenovela che da appassionante sta via via tramutandosi in snervante.
Ci sono delle scadenze da rispettare, impegni da garantire, appuntamenti da preparare. Giugno è il mese della verità, vanno sistemate eventuali pendenze, bisogna trovarsi entro la cornice dei regolamenti per garantirsi l’iscrizione al prossimo campionato di serie B e, non meno importante, si rende necessario varare un assetto societario che possa mettere ordine dopo l’ennesimo terremoto di arrivi, promesse, diatribe, scontri e dimissioni. Serve un direttore sportivo, ma con pieni (anzi, con veri) poteri. Una figura capace di ripartire dalle macerie. Quindi bisogna individuare l’allenatore chiamato a guidare un gruppo da ricostruire da zero. Concetti chiari, basilari, questi, di cui si è discusso più volte. Per adesso ha vinto il silenzio e magari è stato giusto così. Ma il domani nasce già oggi e il tempo stringe. I prossimi 15 giorni mettono in palio credibilità, trasparenza e chiarezza: closing o non closing, Palermo attende risposte.
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29 Maggio 2017, 08:30