Cronaca

Condannati e scarcerati fedelissimi di Messina Denaro, alcuni erano al 41 bis

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14 Ottobre 2024, 17:36

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PALERMO – Arrivano sconti di pene e soprattutto la scarcerazione di tutti gli imputati nonostante le condanne al processo nei confronti di alcuni fedelissimi di Matteo Messina Denaro.

Per alcuni imputati le condanne sono definitive da tempo. Per altri è stato necessario un nuovo processo di appello dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza non condividendo la contestazione di alcune aggravanti.

Gli imputati

Oggi il nuovo verdetto davanti alla Corte di appello di Palermo presieduta da Sergio Gulotta. Queste le condanne: Nicola Accardo 10 anni (era al 41 bis), Antonino Triolo 8 anni (entrambi di Partanna, difesi dall’avvocato Gianni Caracci), i castelvetranesi Giuseppe Tilotta 8 anni e Bartolomeo Tilotta 1 anno e 10 mesi (difesi dall’avvocato Domenico Trinceri), Giuseppe Paolo Bongiorno 6 anni, Giuseppe Rizzuto assolto (rispondeva solo di favoreggiamento, avvocato Francesco Moceri), Calogero Guarino 8 anni (avvocato Enrico Tignini), Angelo Greco 6 anni, Vincenzo La Cascia 9 anni e 8 mesi (era al 41 bis), Raffaele Urso 11 anni e 2 mesi, Andrea Valenti 7 anni e 6 mesi, Filippo Dell’Aquila 8 anni e 8 mesi (tutti di Campobello di Mazara (difesi dagli avvocati Giuseppe Pantaleo, Roberto Tricoli e Luisa Calamia).

Sono stati tutti scarcerati per scadenza dei termini di fase. E cioè il termine massimo entro il quale andave deciso il giudizio di appello.

È venuta meno l’aggravante del riciclaggio di denaro e alcuni ipotesi di estorsione. Il processo nasceva dal blitz “Anno Zero” del 2018 condotto da carabinieri del Ros, Dia e squadra mobile. Dell’elenco degli arrestati facevano parte anche i cognati del latitante, Rosario Allegra e Gaspare Como. Il primo è morto in carcere. Le posizioni processuali sono state separate e in quel processo l’aggravante ha retto alla valutazione dei giudici.

Urso e Allegra furono filmati nell’estate del 2014 mentre si incontravano in una casa di campagna in contrada Ingegna a Campobello di Mazara. Arrivarono il primo in sella a uno scooter e il secondo in macchina.

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I carabinieri del Ros intercettarono solo l’ultima parte della conversazione grazie a una microspia piazzata in piena campagna. Allegra chiedeva l’intervento di Urso: “… aspettiamo un po’… che dobbiamo fare?… io a lu siccu… non lo voglio disturbare… che ha un coglione di… mio cognato… che è un coglione preciso… e ora mi devo andare a litigare con quest’altro cretino?”. Erano gli anni in cui il padrino faceva il latitante

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14 Ottobre 2024, 17:36

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