Cronaca

Arrestato dagli italiani, scarcerato dai francesi: “Ora è latitante”

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23 Novembre 2022, 17:17

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PALERMO – Il re del contrabbando di sigarette è latitante. La storia di Ahmed Zaabi, tunisino di 48 anni, diventa un caso internazionale. Arrestato a Parigi su richiesta della sezione palermitana della Procura europea, le autorità francesi gli hanno imposto il solo controllo giudiziario e Zaabi ha fatto perdere le tracce.

L’anno scorso Zaabi si era opposto alla richiesta di arresto, i giudici transalpini in sede di convalida avevano ritenuto sufficiente l’applicazione di una meno restrittiva misura cautelare. Lo hanno rimesso in libertà e convocato alla successiva udienza. Di udienza ne sono state celebrate tre senza che il tunisino si sia presentato.

Scontro fra accusa e difesa

Stamani al processo in corso a Palermo il procuratore europeo Calogero Ferrara ha informato il Tribunale che le autorità francesi hanno emesso un nuovo ordine di arresto. Le ricerche della polizia sono andate a vuoto nel luogo di residenza da lui indicato e la Corte francese ha emesso un nuovo ordine di cattura. La difesa, però, contesta ab origine lo status di latitanza.

Secondo l’avvocato Michele Calantropo, il decreto di latitanza è nullo perché è stato cercato solo a Mazara del Vallo, pur sapendo che risiede da sempre all’estero. Il Tribunale da Fabrizio La Cascia si è riservato di decidere se proseguire il processo oppure ripartire, come sostiene la difesa, dalle indagini preliminari.

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La rotta delle sigarette

Un anno fa il pm Ferrara e la collega Amelia Luise hanno ricostruito la nuova rotta del contrabbando di sigarette. Partiva dagli Emirati Arabi e arrivava, via Libia e Tunisia, in Sicilia. Il contrabbando di “bionde” ha ormai quasi raggiunto i livelli degli anni d’oro, a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta. Il Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria fece scattare il blitz che coinvolse tredici persone, fra siciliani e tunisini.

Ventritré le tonnellate di sigarette (marca Oris, Royal, Pine e Tima) sequestrate assieme e dieci imbarcazioni per un giro di affari milionario. Tutto grazie alla presunta complicità di un componente della guardia costiere italiana.

Per tutti era “lo zio”

Il capo dell’organizzazione tunisina sarebbe stato “lo zio”, così lo chiamano tutti, Ahmed Zaabi. “Vi ho mandato tutto, le patate”, diceva al telefono Zaabi parlando con il suo riferimento tunisino in Sicilia, Mirghili Walid. Le “patate” in realtà erano le sigarette, almeno trecento casse a viaggio. Fu bloccato in aeroporto a Orly a Parigi.

Per tutti gli altri imputati il processo è alle battute finali. Ci sono già state le richieste di pena. Il re del contrabbando invece è latitante

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23 Novembre 2022, 17:17

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