12 Gennaio 2022, 08:35
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PALERMO – La Corte di Appello di Palermo ha rigettato l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione formulata dalla difesa dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada. Ribaltato il verdetto che che gli aveva riconosciuto oltre 660 mila euro.
“Apprendiamo senza stupore il verdetto della Corte a seguito di un procedimento svoltosi in maniera assai poco serena, e alle cui conclusioni mi sono rifiutato di prendere parte”, spiega l’avvocato Stefano Giordano, difensore di Contrada. “Formuleremo tutte le nostre deduzioni in ordine al malgoverno della legge penale e degli strumenti internazionali nel ricorso per Cassazione che verrà depositato ritualmente nei prossimi giorni. – aggiunge il legale -. Da subito posso dire che l’ordinanza oggi depositata viola per ben due volte il giudicato della Corte europea, su cui il giudice interno non ha alcun margine di discrezionalità per quanto riguarda la sua esecuzione. Insieme al ricorso per Cassazione depositeremo nei giorni a seguire un dossier articolato presso il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa perché per l’ennesima volta, non solo lo Stato 8taliano commette delle gravissime violazioni ai danni dei suoi cittadini, ma reitera dette violazioni rifiutandosi di eseguire il giudicato europeo”.
Contrada fu condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ma la Corte europea dei diritti dell’uomo dichiarò illegittima la sentenza e condannò lo Stato a risarcire l’ex 007. In forza di questa pronuncia la Cassazione dichiarò improduttivo di effetti il verdetto di condanna e Contrada fu risarcito dalla corte d’appello di Palermo per l’ingiusta carcerazione subita. L’ordinanza fu, però, impugnata in Cassazione che annullò con rinvio il risarcimento stabilendo che sul caso dovesse nuovamente pronunciarsi l’appello. Ora la nuova decisione.
L’arresto di Contrada, per anni poliziotto in prima linea contro la mafia a Palermo, è del 24 dicembre 1992. In primo grado fu condannato a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto. L’ennesimo colpo di scena ci fu in Cassazione, quando l’assoluzione fu annullata con rinvio e il processo tornò alla corte d’appello di Palermo che, il 25 febbraio del 2006, confermò la condanna a 10 anni. La sentenza divenne definitiva nel 2007. Contrada, che aveva subito una lunga custodia cautelare in carcere, tornò in cella.
Tra il carcere e i domiciliari per motivi di salute ha scontato tutta la pena. Nel 2015, però, i giudici europei condannarono l’Italia a risarcire il poliziotto, nel frattempo sospeso anche dalla pensione, ritenendo che Contrada non dovesse essere né processato né condannato perché all’epoca dei fatti a lui contestati (1979-1988) il reato di concorso in associazione mafiosa, non “era sufficientemente chiaro”.
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12 Gennaio 2022, 08:35