01 Dicembre 2016, 19:06
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PALERMO – Convinzione, esperienza e tanto carisma. Queste le caratteristiche che facevano di Eugenio Corini un ottimo calciatore e che lo hanno portato ad essere ora un buon allenatore tanto da guadagnarsi la chiamata del suo Palermo, squadra di cui è stato capitano e in cui ha lasciato un ottimo ricordo. Il tecnico ex Chievo, accompagnato dal vicepresidente Guglielmo Miccichè, si è dunque presentato al Tenente Onorato di Boccadifalco col piglio di chi vuole immediatamente prendere il toro dalle corna.
“Quello di Eugenio è un graditissimo ritorno – ha esordito Miccichè – un giocatore che abbiamo sempre ricordato con simpatia e interesse. Dalla promozione alla Europa League, oggi il momento è molto più delicato e dopo tante sconfitte il Palermo ha deciso di cambiare allenatore per dare una scossa all’ambiente, non ho mai visto così tanta indifferenza nei confronti della squadra e ad Eugenio e tutto lo staff spetta un compito importante. Noi tutti gli auguriamo che riesca a conservare questa Serie A”.
Poi dunque è il turno del protagonista della conferenza che ringrazia subito il suo predecessore: “Voglio salutare De Zerbi e tutto il suo staff. Il momento è delicato, la situazione di classifica è difficile e se ho deciso di tornare è perché sento la forza e l’energia nei miei giocatori e nei nostri tifosi perché sarà proprio grazie a loro che possiamo superare questo momento. Dobbiamo avere la forza di rimanere in Serie A e io e il mio staff e i giocatori dobbiamo dare il massimo per raggiungere questo obiettivo. Questo traguardo oggi sembra difficile e complicato ma sono certo che possiamo farcela”.
Nel primo allenamento il tecnico ha dunque voluto dare la carica ai suoi: “In questo momento visto la partita di domenica ho voluto dare una spinta emotiva, la forza per nuotare sotto acqua, sono sicuro che loro abbiano questo tipo di forza, la squadra ha le qualità per poter raggiungere un obbiettivo tanto grande come la salvezza. Quando il presidente mi ha chiamato per l’incontro ho accettato senza saper cosa potesse venir fuori, ho visto in lui motivazioni, quelle motivazioni giuste che servono per salvarsi”.
Alla base della corsa per la salvezza serve un elemento imprenscindibile per Corini: “L’equilibrio per salvarsi deve venir fuori dalla società, dallo staff e da tutti i giocatori che devono sempre cerca di vedere la luce. In una famiglia ci sono momenti belli e momenti meno belli e quindi bisogna unirsi per superarli. Ho un contratto fino alla fine dell’anno e ci sarà un eventuale rinnovo solo a salvezza ottenuta, non ho voluto chiedere altro. Voglio vivere questa avventura dando il meglio di me, perchè io so cosa è in grado di dare Palermo. Il presidente sa cosa io penso, il nostro è un rapporto franco e diretto, fermarsi a quello che è stato nel passato non serve. Bisogna andare avanti, questo è un altro capitolo”.
Il probabile addio di Faggiano potrebbe portare ulteriore scompiglio in casa rosanero ma Corini non fa drammi: “Se il nostro direttore Faggiano andrà via sarò molto dispiaciuto, io non conosco la situazione, non c’è stato tempo per approfondire discorsi legati al mercato. Io devo solo pensare a preparare la squadra in vista della trasferta di Firenze. Pensare al mercato vorrebbe dire non concentrarsi sulle sette partite che ci aspettano da qui all’inizio del campionato. Dobbiamo pensare a fare punti contro le squadre davanti a noi. La qualità della squadra non la dobbiamo vedere nei singoli – prosegue Corini – ma nel creare in maniera armonica un gruppo. Abbiamo giocatori forti ma dobbiamo dargli la possibilità di crescere all’interno di un gruppo facendoli ambientare e creare dunque l’alchimia giusta”.
Sulla sua esperienza precedente con il Chievo, simile a quella attuale in rosa, l’ex regista la vede così: “Nella prima parentesi arrivai dopo sei giornate con cinque sconfitte e ci salvammo bene mentre nella stagione successiva arrivai dopo 12 gare e fu molto complicato perché quando perdi le tue certezze non riesci più a risalire”.
Sul modulo da adottare: “Dobbiamo rispettare le caratteristiche dei nostri giocatori e quindi partire dai nostri esterni che lavorano su 60-70 metri, poi vedremo chi abbiamo a disposizione perché in questo momento ho bisogno di energie per andare a Firenze. Ci sono individualità importanti ma non dobbiamo legarci a un singolo ma alla forza del gruppo. Abbiamo una punta forte che segna perché sta bene quindi bisogna sfruttare il momento. Noi da oggi a Natale dobbiamo restare attaccati agli altri”.
Sui tifosi infine: “Io li capisco e a loro dico che la responsabilità è mia ma il nostro obiettivo è ricreare l’entusiasmo che abbiamo visto contro il Verona nella passata stagione perché la squadra è un bene comune e quindi i tifosi saranno importantissimi”.
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01 Dicembre 2016, 19:06