08 Febbraio 2019, 14:56
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PALERMO- I palermitani, come tutti, sono alle prese con l’influenza. Anche quest’anno, coerentemente con quanto sta accadendo nel resto d’Italia, il virus stagionale ha “allettato” migliaia di persone, con un vero e proprio boom di contagi nelle ultime settimane. Raffreddore, febbre, nausea, gastroenterite e malessere sparso hanno però spinto molti abitanti del capoluogo siciliano a bypassare il consulto con il medico di base e a rivolgersi direttamente al pronto soccorso più vicino.
Ecco perché i nosocomi della città stanno affrontando in questi giorni un vero e proprio assalto, una situazione che non sta mancando di generare problemi al personale medico.
“Il sovraffollamento è principalmente dovuto alla carenza di risorse umane negli ospedali palermitani”. Ne è convinto Aurelio Puleo, direttore dell’Unità operativa complessa di medicina interna a “Villa Sofia”. Per il medico “il pronto soccorso è l’area maggiormente sottoposta a pressioni, fra quelle di tutta la struttura”. A determinare la calca ci sarebbe anche un uso inopportuno: “Molta gente – prosegue Puleo – si sta recando al Ps a causa dei sintomi influenzali, mossa da allarmismi ingiustificati. L’influenza infatti può essere curata benissimo a casa, sotto le prescrizioni del medico di base”.
La pensa in maniera simile Baldassare Seidita, che è a capo della struttura al “Cervello”: “E’ vero che l’influenza determina sempre un aumento degli ingressi in ospedale, ma procedere con il ricovero è un altro discorso. Tra le altre cose, il virus in circolazione quest’anno sembra mostrare una maggiore persistenza, ma è caratterizzato da aggressività inferiore rispetto al passato”. Per Seidita, l’ospedalizzazione diventa necessaria nel momento in cui a essere stati contagiati sono i “vecchi clienti” del presidio di via Trabucco (malati cronici, spesso già in cura presso la struttura).
Il dottore Seidita si dice comunque ottimista sul futuro della sanità regionale: “Stiamo ricevendo dei segnali positivi dall’assessorato. Credo che anche le istituzioni politiche abbiano capito che servono maggiori investimenti per assumere nuovo personale medico e incrementare il numero dei posti letto”.
Arrivando poi sul lato opposto della città, la situazione non sembra essere tanto diversa. La tendenza a ricoverare solo i cosiddetti “pazienti sensibili” (anziani o pluri patologici) si conferma anche all’ospedale “Civico”. Lo asserisce convintamente il primario del relativo pronto soccorso Massimo Geraci. Secondo il medico, il numero di ricoveri registrati dalla struttura in questo periodo sarebbe addirittura inferiore rispetto agli altri mesi dell’anno: “Chi si presenta al pronto soccorso con sintomi che non vanno oltre la semplice influenza, viene assistito e rimandato a casa con una buona terapia. Al contrario siamo soliti trattenere coloro che sono avanti con l’età o chi è già alle prese con diabete, scompensi cardiaci o insufficienze di organi”.
Anche in questo caso, l’assioma fra picco influenzale e sovraffollamento non regge del tutto: “Si tratta di un fenomeno realisticamente vero, ma che è dovuto a un fatto strutturale. Mancano infatti le risorse per riuscire ad offrire alla comunità palermitana un servizio di accettazione più celere ed efficiente”.
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08 Febbraio 2019, 14:56