24 Ottobre 2022, 18:48
2 min di lettura
PALERMO – Il pizzo è un sopruso, sempre e comunque. Figuriamoci in una fase prolungata di grave crisi economica. Prima il Covid, ora il caro energia. Bottegai, commercianti e imprenditori sono esasperati.
Da Misilmeri, dove nella notte sono finiti in carcere gli uomini della famiglia mafiosa, arrivano voci che fotografano il disagio sociale, e altre di ribellione alla tassa mafiosa. C’è chi ha registrato e fotografato l’uomo del racket.
“Con la crisi e il pititto (la fame, ndr) ognuno che tu ci vai pure per un euro… oggi le aziende o un imprenditore – diceva un venditore ambulante – ci viene più facile andarti a denunciare in tre secondi perché le persone sono stanche”.
“Tutti lo hanno capito cosa è successo con il Covid – aggiungeva un piccolo commerciante – del danno alle persone con le attività che hanno chiuso, le persone con le spalle avvampate (bruciate, ndr) se lo vogliono capire lo capiscono se non lo vogliono capire sono fatti loro”.
L’angheria del pizzo non conosce pause. Capita, però, che si scontri con la forza di chi chiede aiuto allo Stato.
“Dobbiamo parlare ti devo dire una cosa, Alessandro Ravesi (uno degli arrestati di oggi, ndr) a Palermo mi dice un regalino per le feste”, spiegò Benedetto Badalamenti all’imprenditore che sta costruendo un impianto di carburanti.
Un giorno ricevette la visita dell’esattore: “È come una catena di montaggio… voi non siete qua per fare la pompa di benzina”. “Ma lei dice che ci dobbiamo mettere a posto?”, chiese il commerciante. Risposta: “Esatto… in modo tale che non vi viene nessuno a inquietare”.
Il dialogo è rimasto impresso in una registrazione, consegnata ai carabinieri e agli atti dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
“Lo abbiamo affermato diverse volte, ma è bene ribadirlo con forza: è questo il momento propizio per distruggere il muro di omertà – spiegano da Addiopizzo che ha accompagnato gli operatori economici nel percorso di denuncia -. Solo con una decisa e sentita azione popolare riusciremo a sconfiggere il fenomeno delle estorsioni. Noi continueremo a esserci, per strada, con la passione civile che abbiamo dimostrato, con l’impegno quotidiano, con il coraggio e il senso di responsabilità verso il futuro.
Adesso tocca a quegli imprenditori e commercianti ancora stretti dalle maglie delle estorsioni fare la propria parte e aggiungersi a quanti, tra i loro colleghi, nel frattempo sono riusciti a liberarsi dalle estorsioni e dai condizionamenti mafiosi”.
Nella Sicilia che tenta di resistere al Covid, alla crisi energetica, al caro bolletta, alle tasse che soffocano c’è chi si ribella al sopruso mafioso.
Pubblicato il
24 Ottobre 2022, 18:48